A dare il via al ciclo di mostre della rassegna Polonia, cioè dove? è la mostra curata da Gabi Scardi ch si è inaugurata alla Fondazione Pastificio Cerere il 29 Maggio 2014 The Dream of Warsaw (dal titolo della canzone del cantautore polacco Czes?aw Niemen). Fino al 31 Luglio dieci artisti polacchi esporranno le loro opere, tra fotografie, grafiche, sculture, installazioni, alcune site-specific nate dalla riflessione sulla città di Varsavia e sulle sue trasformazioni. Gli artisti hanno offerto uno sguardo trasversale ed alternativo sull’abitare lo spazio cittadino, senza prescindere dalla sua storia, dai suoi limiti, dalle sue contraddizioni e aspetti più difficili.

Miros?aw Ba?ka, Janicka & Wilczyk, Agnieszka Kalinowska, Paulina O?owska, Aleksandra Polisiewicz, Katarzyna Przezwa?ska, Konrad Pusto?a, Joanna Rajkowska, Aleksandr Wasilkowska e Artur ?mijewski hanno progettato, reinterpretato, elaborato l’architettura del passato, in relazione alla vita umana, sottolineandone il condizionamento sull’organizzazione delle dinamiche sociali, ancora oggi.
Gli artisti di ultima generazione dimostrano la consapevolezza di guardare al passato e alle radici della loro storia nazionale con obiettività e slanci propositivi. La guerra, la distruzione paesaggistica di una città oggi interamente ricostruita sulle macerie, il comunismo sovietico e la crisi economica, il regime e le migrazioni, sono eventi penetrati nelle trame della loro storia personale, lasciandone tracce indelebili.

Oxygenator di Joanna Rajkowska (1968), è un progetto pubblico in cui l’acqua di un lago rappresenta l’ossigeno per una zona difficile, intorno a cui costruire nuovi modi di vivere.
Accidental Collages di Paulina Olowska(1976) sono opere pittoriche il cui sfondo presenta edifici non più esistenti, popolati da donne desiderose di esprimere la propria femminilità.
Lo scultore e video artista Miroslaw Balka (1958) presenta un nucleo di opere sulla tematica della migrazione, dimostrando come la città tracci solchi profondi nella coscienza dell’uomo.

Altra Città, di Janicka & Wilczyk, è un documentario fotografico a colori sul quartiere dell’ex ghetto ebraico costruito dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale; seppur oggi sia il centro della vita culturale e del progresso, con il Palazzo della Scienza, non vi è un riconoscimento ufficiale dell’Olocausto.
Agnieszka Kalinowska (1971) crea con le sue installazioni copie esatte dei resti della scuola frequentata dall’artista durante il periodo dell’ideologia comunista mentre con Wartopia
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Aleksandra Polisiewicz (1974) reinterpreta attraverso il digitale il progetto nazional-socialista della Varsavia postbellica: la città ideale del totalitarismo è vissuta, oggi, slegata dal senso dell’ideologia.
Katarzyna Przezwa?ska (1984) nelle sue opere site-specific ci dimostra la forza delle intenzioni del modernismo polacco, quello che voleva uscire dalla severità razionalista. L’artista porta in auge colori e dettagli ironici nella Sala dei Deputati dimostrando come anche la politica possa trarre benefici da un nuovo modo di concepire gli spazi.
Views of power di Konrad Pustola (1976) è una mappatura fotografica della città, in particolare degli uffici di alcuni degli uomini più influenti di Varsavia, di cui Pustola ne cambia la percezione.
Aleksandra Wasilkowska (1979) con Shadow Architecture (guarda il video) mostra mappe e modelli di un tessuto urbano condizionato dall’economia informale, o economia ombra, che in tempi di crisi si impone senza una pianificazione dello spazio e della vita.
A conclusione del percorso, tutto si conclude con un sogno: il video A Dream of Warsaw di Artur ?mijewski, tributo a Oskar Hansen, architetto e teorico di una città dalla forma indefinita, senza confini, capace di riflettere desideri, necessità e mutamenti.

Informazioni:

Fondazione Pastificio Cerere
via degli Ausoni 7, Roma

Orari:

lunedì – venerdì 15.00-19.00
L’ingresso è libero

Foto| Fondazione Pastificio Cerere e sito Joanna Rajkowska , Stedelijk

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ultimo aggiornamento: 31-05-2014