Se siete amanti dell’arte contemporanea, durante un viaggio a Berlino non poteva assolutamente mancare un passaggio dal Tacheles (Kunsthaus Tacheles ovvero Casa dell’arte Tacheles), la storica galleria in Oranienburger Straße. O almeno, potevate visitarla fino alla sua tormentata e forzata chiusura nel 2012, dopo una lunga battaglia giudiziaria.

E’ molto triste oggi vedere che tutto è ancora abbandonato (pare che l’area ora sia in vendita a 200 milioni di euro). Tanta fretta di sgomberare – anche a causa all’odiosa gentrificazione (ovvero quel fenomeno di ‘imborghesimento’ sociale e urbanistico che trasforma i luoghi abitati storicamente da artisti o dalla classe operaia in quartieri residenziali ad altissimo valore) – per niente.

Occupato nel 1990, l’edificio, un ex centro commerciale che risaliva al periodo 1907-1908, è stato sede di collettivi gestita da artisti: il termine ‘Tacheles’ deriva dall’yiddish e significa ‘testo libero’, ‘parlare chiaro e in modo schietto’, ed è stato scelto come simbolo di una ideale risposta alla lunga censura della libertà di espressione imposta durante la DDR.

A due anni dalla chiusura alcuni artisti – leggiamo su Berlino Cacio e Pepe – si sono da poco trasferiti in uno degli edifici della Alte Börse di Marzahn, dando vita al MAP – Mobile Atelier Project: scopo è creare atelier mobili per artisti di tutto il mondo. Un’altra delle sedi del progetto è ospitata all’interno del Cuboid, una galleria nel giardino del Plus Hostel.

Intanto, se volete rivivere gli ultimi giorni del Tacheles ‘originale’, il giornalista e filmmaker Stefano Casertano ha realizzato il documentario “The Last Days of Tacheles” (ne potete vedere il trailer in apertura post), che è stato presentato in anteprima nazionale a Roma a marzo, all’interno del Rome Independent Film Festival, e che sarà riproposto sempre a Roma il 3 luglio alle 18 (La Casa del Cinema, Largo Marcello Mastroianni 1).

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Foto | Arianna Ascione

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ultimo aggiornamento: 12-06-2014