Inaugurata il 24 giugno a Firenze per l’evento Un anno ad Arte la Galleria dell’Accademia apre i battenti alla sua seconda mostra: La Fortuna dei Primitivi.Tesori d’arte dalle collezioni italiane tra Sette e Ottocento. Fino all’8 dicembre infatti, la Galleria di Firenze dove è conservato il celebre David di Michelangelo, ospiterà nelle proprie sale le opere degli artisti pre-raffaeleschi e pre-michelangioleschi. Il David, dalla muscolatura atletica e lo sguardo lungimirante, rappresenta la cesura cronologica oltre la quale secondo Vasari, “fiorentinocentrico”, l’arte si affranca definitivamente dalla tradizione.

Le opere in mostra appartenevano a 42 collezionisti tra aristocratici, intellettuali ed esponenti illustri che hanno “salvato” le opere del Trecento e del Quattrocento italiano altrimenti destinate alla dispersione e alla dimenticanza. Questo collezionismo ha assunto dalle origini il carattere pionieristico, in quanto tra ‘700 e 800 le opere della tarda antichità cristiana, del Medioevo e del primo Rinascimento circolavano sottobanco tra estimatori eruditi. Opere di Bellini, Simone Martini, Frà Angelico, Andrea Mantegna, Antonello da Messina, Cosmè Tura, Arnolfo di Cambio si affrancavano dai giudizi severi di Vasari che aveva definito tutti gli artisti precedenti a Michelangelo e Raffaello rappresentanti di uno stato dell’arte oscuro. La fortuna dei Primitivi è il risvolto di un destino invece oscurato dalla critica, che un saggio di Giovanni Previtali del ’64 “la Fortuna dei Primitivi” ha smascherato rivelando le origini della “sfortuna” di una schiera di artisti in bilico tra tradizione bizantina, come Lippo Memmi e il Maestro della Maddalena e innovazione rinascimentale come Mantegna già rivolto alla prospettiva.

La circolazione delle opere dei Primitivi in Italia ha preso piede da fatti storici noti, come l’arrivo del governo napoleonico in Italia che ha saccheggiato i centri religiosi come chiese e conventi, ricchi di opere d’arte e le ha destinate al mercato privato.L’allestimento vi guiderà in questo inedito labirinto collezionistico, simulando le fastose dimore dei mercanti d’arte che hanno oggi il merito di aver conservato opere altrimenti dimenticate e non apprezzate dalla critica del passato

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ultimo aggiornamento: 27-06-2014