Si apre al pubblico il 24 luglio, per rimanere aperta tutta l’estate, fino al 7 settembre, la mostra Il Ciclo di Arhat sull’artista più esplosivo dell’arte contemporanea giapponese: Takashi Murakami. La straordinarietà dell’evento in stile “superflat” (dalla corrente artistica da lui fondata d’ispirazione manga e anime) per Milano è la location istituzionale di Palazzo Reale, dove nella Sala delle Cariatidi sono state allestite le opere degli ultimi due anni dell’artista. Murakami attira sempre di più l’attenzione delle sedi statali italiane ed europee e come per la mostra nella Reggia di Versailles (2010), il genio dell’arte pop giapponese si confronta con le tematiche del presente e del passato.

L’erede orientale di Andy Warhol non dimentica le radici buddiste per spiegare a se stesso e al mondo la nascita della propria cultura. Il contrasto con i fasti del salone, seppur stridente ha i suoi effetti: la Sala delle Cariatidi, protagonista di feste regali, ma anche vittima dei bombardamenti durante la seconda guerra mondiale, completa in un solo colpo d’occhio il senso delle opere esposte nate dalla riflessione sulla tragedia di Fukushima e dal recente terremoto che ha sconvolto il Giappone del 2011.

Dopo la grande esposizione di Murakami in Medio-Oriente del 2012, Ego, anche a Palazzo Reale come in Qatar è esposta l’opera di dimensioni colossali formata da tre pannelli: il Ciclo di Arhat. I dipinti di grande formato, tra i 5 e i 10 metri di lunghezza, pensati come risposta al terremoto, sono allestiti lungo i tre lati della sala. Le sezioni sono dedicate agli elementi naturali del vento, della foresta, del fuoco e della montagna, protagonisti di una visione apocalittica da fantascienza di morte e rinascita. In occasione di Ego, Murakami afferma:

Con i recenti disastri, ho potuto sperimentare in prima persona il modo in cui tali catastrofi hanno servito come punto di partenza per la diffusione della religione e della cultura giapponese.

Il simbolo della cultura giapponese dà il via alla mostra: posto all’ingresso della sala Oval Buddha Silver che fa da filo conduttore al percorso per comprendere a pieno la tragedia raccontata in Arhat. Nel dipinto, che prende il nome da un sacerdote di Buddha, il disastro ambientale tocca quello umano, con figure che si fanno sempre più sfibrate e meno satinate rispetto agli usuali personaggi da fumetto. La realtà stavolta, tocca l’immaginazione, aumentando nell’osservatore la suggestione per la vista di uomini a brandelli. Piccoli teschi sovrapposti e l’immagine ripetuta di se stesso in innumerevoli autoritratti delle altre opere esposte, portano il senso degli eventi storici in una dimensione più intima.

Non solo installazioni, il 23 e il 24 luglio è stato proiettato in anteprima in Italia il lungometraggio d’animazione Jellyfish Eyes, prodotto negli ultimi dieci anni: la storia di un adolescente che tirerà le somme della sua vita sotto la lente della tragedia di Fukushima. La proiezione di 100 minuti, con sottotitoli in inglese, si è svolta presso l’Apollo Spazio Cinema con ingresso gratuito fino ad esaurimento posti.

Informazioni:
Palazzo Reale Milano:
piazza del Duomo, 12

Orari:
lun: 14.30-19-30
mart-merc-ven-dom: 9.30-19.30; giov-sab:9.30-22.30
Aperto il 15 Agosto

Biglietto:
intero € 5, ridotto € 3

Foto| Palazzo Reale @ Fb

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ultimo aggiornamento: 25-07-2014