Lo scultore berlinese Carlo Wloch ha presentato la sua nuova opera realizzata in occasione del venticinquesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino (che cadrà il prossimo 9 novembre): si tratta di una Trabant, realizzata a grandezza naturale e scolpita in pietra arenaria.

Un omaggio a ‘Trabi’, l’utilitaria per eccellenza dei cittadini della Repubblica democratica tedesca, che riuscivano ad acquistarne una soltanto dopo lunghi anni di attesa. Memorabile a questo proposito una battuta pronunciata all’interno del film “Goodbye Lenin”: dovendo chiedere con un pretesto alla madre i suoi risparmi (che andavano cambiati in valuta corrente dopo la riunificazione) il protagonista Alex le dice che è arrivata la Trabant che avevano ordinato, e lei si stupisce dei “soli tre anni di attesa”.

L’opera di Wloch, che al momento si trova ancora nel suo laboratorio nel quartiere di Pankow, pesa 13 tonnellate ed è costata oltre seimila ore di lavoro, divise in 17 anni. Nei primi anni si è fatto aiutare da alcuni apprendisti, ma in seguito ha continuato il lavoro da solo.

“Non credevo che sarei riuscito a finirla”

ha ammesso. Rivelando un sogno:

“Il mio grande desiderio è che più persone possibili possano osservarla. La cosa migliore per me sarebbe vederla al centro di Berlino”

Attualmente ci sono state numerose proposte d’acquisto per la Trabant di pietra, ma non si sa ancora chi se la aggiudicherà.

Intanto su quello che rimane del Muro in Mühlenstrasse presso la East Side Gallery campeggia ancora il murale realizzato dall’artista Birgit Kinder, che raffigura una Trabant che attraversa il pesante simbolo della divisione di un Paese, durata ben 28 anni.

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ultimo aggiornamento: 06-11-2014