William Turner, il pittore della luce, delle marine tempestose, dell’umanità in balia delle forze della natura è al centro del film biografico del regista Mike Leigh presentato all’ultimo Festival di Cannes. Mercoledì alle ore 22.00 potrete vedere i primi dieci minuti del film Turner (che ha vinto il Premio per la miglior interpretazione maschile di Timothy Spall e la candidatura di Leigh alla Palma d’Oro), in anteprima sul canale LaEffe, mentre sarà proiettato al cinema dal 29 gennaio 2015.

Il cast d’eccezione, la lingua non nell’inglese moderno, ma con inflessioni dickensiane, gli ambienti polverosi e vellutati e i paesaggi così come li aveva vissuti e visti Turner, fanno del film una storia in apparenza semplice, ma poetica ed entusiasmante su una delle personalità più complesse dell’800. Turner “affrancandosi” dalla forma nell’arte, un comunicatore di storie attraverso l’atmosfera e la luce, ci ha restituito l’emozione di un attimo travolgente in cui tutto poteva accadere. E’ per questo che piacque tanto agli impressionisti e sconvolse l’aristocrazia terriera del tempo, di cui il pittore si circondava. Se a questo uniamo le leggende che raccontavano di Turner legato alla prua di una nave durante una tempesta, per poterla dipingere al meglio, capiamo quanto scalpore potesse suscitare.

Turner, il film: la trama

Il film di Mike Leigh su Turner, presentato alla 64esima edizione del Festival di Cannes è interpretato da Timothy Spall e si concentra sugli ultimi 25 anni di vita del pittore inglese. In 149 minuti, emerge la personalità dell’artista e le sue attitudini: l’amore per i viaggi e per il paesaggio, a cui ha dedicato disegni, bozzetti, dipinti e intere pubblicazioni, ma anche per la scienza e per le invenzioni del secolo.

Il regista, che è partito dalla personale passione per le opere di Turner esposte alla Tate Gallery di Londra, racconta di quando il pittore andò a vivere con il padre e con la governante, innamorata dell’artista. Sono anni di agio economico per Turner, che mantiene però il suo spirito anticonformista e libero misto ad un carattere bizzarro e vulnerabile. Leigh va a fondo nel ritratto cinematografico dell’artista per portarci vicini alle ragioni dell’opera, ai procedimenti pittorici e alle reazioni che i suoi dipinti avevano sul pubblico.

La personalità taciturna, distante e fragile di Turner, che culmina con la depressione per la morte del padre con cui visse a stretto contatto, fa contrasto con la natura imponente dei suoi dipinti sublime e terribile e fa contrasto con le massicce scogliere vissute nella quotidianità. Il film racconta anche dei suoi amori, delle sue avventure nelle alcove, della vicinanza con una vedova la signora Booth che gestiva una pensione sul mare a Morgate e che diventò la sua compagna; e non tralascia le asprezze della sua personalità che lo portarono lontano dai doveri di padre di due figli, che mai riconobbe. Anche se per molti critici del tempo, Turner non faceva altro che “impastare ingredienti di una torta” e non i colori per come conviene ad un pittore, quello che l’artista inglese ci ha lasciato alla sua morte a 74 anni nel 1851 è un’arte sublime, che trasmette ancora oggi tutte le emozioni che le sue parole hanno taciuto.

William Turner: biografia e opere

Covent Garden lo vide nascere nel 1775, da padre barbiere e da una madre che purtroppo morì quando era piccolo in un ospedale psichiatrico. Il vuoto della figura materna lo ha accompagnato per tutta la vita, che riuscì a colmare grazie ad una personalità irrequieta curiosa e viaggiatrice.

I suoi primi passi verso la pittura risalgono a quando aveva 15 anni, in cui espose un acquerello alla Royal Accademy of Arts di Londra. Nel 1796 l’uso dell’acquerello dei suoi primi paesaggi fu sostituito dalla pittura a olio che rese leggera e trasparente. Le prime opere sentirono l’influenza del paesaggista Lorraine con colori smorzati e architetture minuziose per scene mitologiche, ne sono un esempio il dipinto del 1805 Cattedrale di Salisbury, o Approdo nella tempesta del 1801, ma è dal 1820 che la luce inizia a rendere i colori brillanti e le atmosfere “brucianti”, come quelle de Lo scoglio del 1824. Questa stessa luce contraddistingue la sua ultima produzione pittorica in cui ogni soggetto diventa volume indistinto fino a confondersi con la stessa atmosfera, come in Tempesta di neve del 1842 o in La nave negriera del 1840.

Dopo i numerosi viaggi in Francia, Svizzera e Italia e una vita amorosa instabile, Turner morì nel 1851 a Chelsea lasciando allo Stato britannico i suoi quadri.

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ultimo aggiornamento: 27-01-2015