Un gruppo di studiosi della Northwestern University (Chicago, Illinois) ha studiato alcuni disegni di Paul Gauguin (1848-1903) per cercare di carpirne i segreti della composizione. Grazie all’aiuto di un computer, di una lampadina e di una macchina fotografica reflex, gli studiosi hanno studio 19 opere che l’artista e sono giunti alla conclusione che Gauguin utilizzava i materiali in ordine cronologico.

Per condurre il loro studio, hanno fotografato i disegni una ventina di volte, sempre dalla stessa posizione, ma cambiando l’illuminazione: in tal modo hanno estrapolato nuove informazioni, grazie alle ombre e ai toni. I dati sono stati quindi analizzati con un apposito programma per ottenere una mappa tridimensionale delle opere. In particolare gli studiosi si sono soffermati sulla celebre Natività del 1902.

Tra le novità scoperte grazie a questa tecnica, l’equipe di Oliver S. Cossairt, ha notato le linee bianche dell’opera non sono state incise ma “trasferite” da una superficie ricoperta da inchiostro su cui l’artista francese aveva disegnato quei tratti rimuovendo il colore, mentre quelle nere sarebbero state tracciate imprimendole sul retro dell’opera mentre era sovrapposta ad una superficie coperta di inchiostro, che avrebbe funzionato come una carta carbone. Crossairt ha spiegato:

Per rilevare la superficie in 3D abbiamo usato tecniche che sono alla portata di tutti i conservatori e gli storici dell’arte che vogliono analizzare opere nel mondo. La tecnica ci ha permesso di rimuovere i colori e guardare solo alla struttura della superficie.

Foto | The Art Institute of Chicago

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ultimo aggiornamento: 02-04-2015