Mentre il cardine di All the World’s Futures rimane un corpus assai ampio di nuove opere commissionate specificamente agli artisti per la 56. Biennalel’Esposizione dedicherà particolare attenzione anche a una rassegna di prospettive storiche realizzate da artisti viventi e non. Queste rassegne, organizzate in forma di piccole antologie, spaziano da una serie di neon testuali – realizzata da Bruce Nauman tra il 1972 e l’inizio degli anni ’80 – a un atlante della filmografia di Harun Farocki che comprende complessivamente 87 film.

Dice così Okwui Enwezo curatore della 56esima Biennale d’arte. E le scritte al neon di Bruce Nauman sono una sorta di evento nell’evento. Per lo spettatore che entra all’Arsenale, le parole di Nauman, che descrivono gli eventi fondamentali della vita di ognuno di noi, sono una sorta di comitato di accoglienza, che è al tempo stesso giocoso nei colori e profondamente serio e anche perturbante nei contenuti.

I neon di Nauman hanno un doppio volto, per così dire: da un lato, sono inafferrabili per il fatto che sono luci, dall’altro la fissità dei colori li rende dei moniti da tener presente. Quasi uno specchio segreto al quale lo spettatore può avvicinarsi per riflettere e riflettersi.

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ultimo aggiornamento: 08-05-2015