Avete fatto caso quanto Facebook e i social networks in generale siano diventati centrali nella nostra vita? Non c’è evento pubblico, fatto privato o stato d’animo che non sentiamo l’urgenza di condividere con i nostri amici virtuali e con i nostri followers. Sembra impossibile che fino a qualche anno fa non esistessero i “like”, i tweet, i messaggi che ora ci sembrano tanto importanti, e che corriamo a controllare sul nostro pc, sul tablet o sullo smartphone non appena ne abbiamo la possibilità. La domanda, a questo punto, sorge spontanea.
Siamo tutti “intossicati” da FB? Non scrollate le spalle con insofferenza, la dipendenza dai social networks è entrato di recente tra le patologie mentali da “addiction”, esattamente come il gioco d’azzardo, come l’alcool, come il cibo nei disturbi dell’alimentazione, come le droghe. E proprio coma una droga che crea assuefazione, anche la tendenza compulsiva a controllare continuamente il nostro profilo di FB o di Twitter, vedere chi ci ha scritto, e cosa hanno scritto e pubblicato gli altri, può assumere i connotati dell’ossessione.
Vediamo come superare la dipendenza dai social network, prima di diventarne schiavi e perdere completamente il contatto con la realtà “vera”. Secondo un recente studio, la nostra predisposizione a cadere “vittime” del meccanismo di FB e dei social networks è legato all’autostima. Più è bassa, maggiori saranno le nostre probabilità di diventare dipendenti dagli input che ci provengono dagli strumenti che FB e Twitter mettono a disposizione per permettere il contatto tra gli utenti. Ad esempio, avete fatto caso quanto ci teniamo ai “like” e ai commenti a qualche nostro post?
Quanto influisce, sul nostro buon umore, sul senso di realizzazione personale, l’essere “popolari” sui social networks? Dentro di noi sappiamo che, in realtà, si tratta di una popolarità effimera, tuttavia, se la nostra “vera” vita sociale è misera e insoddisfacente, se il rapporto con il partner è in crisi, o se un fidanzato non riusciamo più a trovarlo, se la nostra esistenza è avara di soddisfazioni, mentre le delusioni e le frustrazioni si moltiplicano, allora la comunità virtuale ci offre un facile rifugio, un fragile e superficiale conforto, un surrogato di calore umano.
Ci sono molti motivi per cui si può diventare dipendenti da FB, ma il modo per uscirne esiste, proprio come per ogni altro tipo di dipendenza. Innanzi tutto, dobbiamo avere la forza di riconoscere di avere un problema, e parlarne ai nostri cari. La ferma volontà di uscire da questo circolo vizioso ci deve portare a consultare un professionista, come uno psicoterapeuta, oppure avvicinarci ad un gruppo di auto-aiuto (come quello degli alcolisti anonimi).
In molti poli ospedalieri (a Roma, ad esempio, offre il servizio il Policlinico Gemelli), sono presenti dei Centri di cura per le nuove dipendenze, in cui si aiutano i pazienti a recuperare il proprio equilibrio attraverso dei percorsi terapeutici che prevedono sia un supporto psicologico che uno farmacologico per “tamponare” conseguenze della dipendenza come depressione, senso di ansia e di angoscia, insonnia, mal di testa eccetera. Prima di arrivare a questo, però, cerchiamo di alzare lo sguardo dallo schermo del pc o dello smartphone, e osserviamo il mondo circostante, quello reale, e le le persone, quelle “vere”, che ci amano senza doverlo esprimere attraverso un “like”. Cambiare prospettiva, è il primo passo.
Foto| di Ksyer1 per Flickr
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