E’ stata inaugurata a Roma a Galleria Borghese la mostra Azzedine Alaïa COUTURE/SCULPTURE un progetto espositivo che pone la scultura di epoche diverse, di materiali diversi e di artisti di diverse epoche a confronto con la collezione di “statue” della Villa che è, per antonomasia, la casa della scultura.

Su questa scena di materia modellata in scultura che è la Galleria Borghese, fatta di marmi dai bianchi molteplici e colori diversi, pietre, anch’esse di varia cromia, gessi, bronzi variamente patinati e cromati, irrompe oggi la couture sculpture di Azzedine Alaïa. Le opere sono collocate all’interno delle sale in coerenza tematica, coloristica, formale, con le opere presenti nelle sale stesse, in modo da realizzare una continuità tra esse e il racconto della collezione.

Una messa in scena della couture di Alaïa che si accorda col tempo anomalo e potenziale del Museo, che è un po’ come il tempo del teatro: sospeso, in attesa del proprio avvio, potenziale, dormiente e silenziosamente sonoro in attesa della propria vita scenica. La mostra è la sua trasformazione in atto, assumendo il tempo rapido o lento dei modelli di Alaia, e mette in scena l’intero museo.

Il fatto che, nel suo complesso, il lavoro di Alaïa possa configurarsi come materia (tessile o di cuoi e pellami, metalli accessori e quant’altro) in attesa di essere da lui aizzata e domata in immaginazioni di forme, intese quali fibre in tensione, già induce alla necessità di questo suo esordio nel luogo privilegiato della scultura.

Ciascun autore presente in Galleria, nella celebrazione del corpo implicita nella scultura, dall’antichità a Canova, fa girare un tessuto di marmo attorno a un corpo, ciascuno plasma la nudità del corpo, scolpendo pieghe di vesti o di qualsivoglia panno, ciascuno sa sedurre l’osservatore, ciascuno sa fare “craquer les hommes”, cosa cui Alaïa svela di aspirare, con l’effetto dei suoi abiti indossati dal suo mito femminile: schiantare gli uomini.

La “scultura soffice” di un creatore di abiti, accende quindi l’attenzione su come ogni poetica di scultore barocco e post barocco contorca lo sguardo dell’osservatore con la propria novità e il proprio effetto, lo ribalti e lo evolva in seduzione, tramite l’individuale maniera dei dettagli stilistici, come i personali modi di rilevare in riccioli la capigliatura, o di piegare le vesti, o contrastarle con le carni, o esaltare la curva delle reni, la pressione di una mano sulla carne, la plastica dei glutei.

L’estro di Alaïa nel modificare corpi e profili col suo gioco di taglio configura, qui, un contrasto di forbici contro scalpello.

Presenti al vernissage: Alber Elbaz, Anita Caprioli, Azzedine Alia, Delfina Delettrez Fendi, Diane Pernet, Franca Sozzani, Gelila Assefa, Giorgia Sinicorni, Harry Brant, Maria Grazia Chiuri, Marica Pellegrinelli, Mia Benedetta, Michelle Rodriguez, Miroslava Duma, Nicoletta Romanoff, Pier Paolo Piccioli, Roberto Rimondi, Rula Jebreal, Silvia Fendi, Valeria Bilello e Vittoria Puccini.

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ultimo aggiornamento: 11-07-2015