[blogo-gallery id=”925448″ layout=”photostory” title=”Sfilate Milano Moda Donna settembre 2015: la nonchalance ricercata di N°21, le foto” slug=”sfilate-milano-moda-donna-settembre-2015-la-nonchalance-ricercata-di-n21-le-foto” id=”925448″ total_images=”38″ photo=”0,1,2,3,4,5,6,7,8,9,10,11,12,13,14,15,16,17,18,19,20,21,22,23,24,25,26,27,28,29,30,31,32,33,34,35,36,37″]

Ha sfilato sulle passerelle di Milano Moda Donna la collezione primavera estate 2016 di N°21, in cui emerge la leggerezza, la passione e la sensualità, declinate in una nuova visione della nonchalance, più consapevole e ricercata, del tutto sottratta al caso e nutrita dalla volontà di ogni singola donna.

Dalle suggestioni e dalle elaborazioni delle immagini fotografiche di Corinne Day, fotografa che ha documentato le pulsioni degli Anni 90, e di Tina Modotti, che attraverso l’eccentrico obiettivo della sua Leica ha ribaltato e annullato i concetti folk della latinità, Alessandro Dell’Acqua fa nascere la collezione N°21 primavera-estate 2016 che è inaspettata e coerente, che sorprende nelle sue elaborazioni inconsuete e conferma la cifra stilistica del suo autore, sempre pronto a mettere in discussione i traguardi per la ricerca di estetiche aggiornate.

Così, l’amato maschile-femminile si rifonda nelle T-shirt indossate sotto gli abiti sottoveste di chiffon o sotto gli abiti di pizzo, nel caban con i ricami applicati di passamaneria e pon pon, negli abiti di cady innervati di ruches e accostati a camicie bianche, nei contrasti del ruvido di una gonna di tela di lino indossata sotto una camicia di crêpe de Chine, nella camicia scomposta fino a diventare un abito drappeggiato.

Tema a cui fa eco una nuova sensualità femminile che si racconta negli abiti di macramé declinati nei colori pastello, nel grembiule di crêpe, negli abiti di pizzo di cotone sovrapposto da un velo di pizzo chantilly, nelle stampe floreali dei pijama-tailleur o del tailleur con la gonna orlata di passamaneria da arredamento, nella maglieria mélange che forma abiti sensualmente drappeggiati sul corpo. E tutto si collega nelle tute di popeline che terminano in top con ricami che trasformano ricordi etnici in evidenze vittoriane, nei completi di cupro, nelle canotte e nelle gonne composte da strisce di pitone, nelle scarpe leggiadre che si concedono al decoro degli effetti tribali e della leggiadria dei pon pon nello stesso momento in cui sono riportate all’ordine dai calzettoni di cotone che le accompagnano. O dalle borse allungate che usano la forma della shopping bag per recuperare la severità della linea.

Immagini sovrapposte delle tante femminilità dell’oggi che vengono incorniciate da tiare di strass che si appoggiano sui capelli e che, come in un gioco trasformista, si annullano nella loro discrezione quando diventano occhiali dalle montature che si spingono a reinventare i volumi e le linee mentre affidano la luminosità dello sguardo ai riflessi cromatici degli inserti in metallo delle lenti. Che così diventano metafora delle lenti che Alessandro Dell’Acqua ha utilizzato per filtrare le immagini incamerate nella propria esperienza e che, in questa collezione di N°21, ha trasformato nei seducenti contrasti di emozioni che servono per scrivere le storie.

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ultimo aggiornamento: 26-09-2015