Niente è troppo complicato per i fratelli Coen, nemmeno mettere insieme il loro nuovo film Ave, Cesare! Con loro un cast davvero stellare e un supporto tecnico che non ha niente da invidiare alle star. Sullo schermo, infatti, si alternano Josh Brolin, George Clooney, Ralph Fiennes, Tilda Swinton, Channing Tatum, Scarlett Johansson, Jonah Hill e Frances McDormand, diretti dai vincitori di quattro premi Oscar Joel ed Ethan Coen, e dai collaboratori di lunga data dei due fratelli: il 13 volte nominato agli Oscar e direttore della fotografia Roger Deakins, lo scenografo Jess Gonchor, il montatore Roderick Janynes, la costumista Mary Zophres e il compositore Carter Burwell.

Con una squadra così le promesse non possono che essere ottime, non ci resta altro da fare se non scoprire di cosa parla il film. Omaggio agli ultimi anni dell’Età d’Oro di Hollywood, Ave, Cesare! può essere definita una mistery comedy a tutti gli effetti. Il tutto si svolge in 24 ore, una finestra sulla vita di Eddie Mannix’s (Brolin), un fixer degli Studios, chiamato a risolvere una montagna di problemi. Il lavoro inizia prima dell’alba, per tenere fuori dai guai e dalla galera una delle starlets più importanti della Capitol Pictures. Ma i problemi sono appena iniziati, ogni singolo film viene con un mal di testa, impacchettato e consegnato direttamente nelle mani di Mannix. E’ lì per trovare la soluzione per tutto, dal far firmare il consenso a dei religiosi per il nuovo colossal biblico, così come accontentare uno scontento regista come Laurence Laurentz (Fiennes), che vuole Hobie Doyle (Ehrenreich), cowboy star, nel suo nuovo e sofisticato dramma. Nel frattempo deve anche occuparsi delle star DeeAnna Moran (Johansson) e Burt Gurney (Channing Tatum), e dei loro problemi personali.

Ma il vero dramma della giornata non inizia, finché non arriva la notizia che Baird Whitlock (George Clooney), una delle macchine da soldi più fruttuose dello studio e star del nuovo colossal Hail, Caesar!, è stato rapito. E’ la peggior crisi con cui Mannix si sia mai confrontato. Fortunatamente non è da solo e ci vorrà l’aiuto dei più grandi nomi di Hollywood per risolvere il mistero.

Portando il pubblico in questo comico viaggio alla scoperta del colpevole, i fratelli Coen aprono le tende dello showcase, con il suo umorismo inaspettato e un dramma che nasce dietro le quinte prima che sullo schermo. Un dietro le quinte come non lo avete mai visto, tra registi, più o meno contenti, attori pianta grane e giornaliste in cerca di gossip come le gemelle Thora and Thessaly Thacker (Tilda Swinton).

Negli anni ’50, quando la bella facciata holliwoodiana subiva qualche colpo, il lavoro del risolutore era ancora più importante, era quasi uno stile di vita, tanto da occupare tutta la giornata. Ma per mantenere l’illusione del glamour, non si badava a spese, tutto era controllato, alle star veniva detto in che film recitare, cosa indossare e con chi uscire.

Per dare la giusta immagine, dunque, i costumi erano fondamentali, così come il lavoro della costumista Mary Zophres, che in Ave, Cesare! è stato a dir poco ciclopico, con un numero di sketch tanto grande, da coprire tutti i film dentro il film. La storia principale, infatti, ha un look, così come ogni film girato negli studios ne ha uno proprio, con un vasto uso di tessuti e costumi, dalle tuniche romane ai costumi da sirena, dall’abbigliamento western a quello formale, fino agli abiti da tutti i giorni degli anni ’50.

Ma partiamo, dalla storia principale. Per essa, Zophres si è ispirata ai film della fine degli anni ’40, perché nonostante il film sia ambientato nel 1951, la verità è che nessuno all’epoca indossava l’ultima trovata della moda, continuando a vestirsi con gli abiti degli scorsi anni.

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Sapendo che Mannix avrebbe indossato lo stesso completo dall’inizio alla fine, Zophres ha fatto molta attenzione alla scelta, arrivando a trovare il perfetto abito a doppio petto, del colore e della silhouette giusta (un marrone non troppo scuro, perfetto per la carnagione di Brolin). Dopo il vestito venne l’idea dei capelli lunghi, che mostrassero il grigio, così come l’aggiunta dei baffi, idea arrivata guardando le foto degli studios in quel periodo. A completare il look, non poteva mancare il cappello e, per far in modo che Brolin si distinguesse dagli altri, non poteva essere un fedora. La scelta cadde allora su un homburg.

Questa meticolosa ricerca e attenzione al dettaglio è la stessa per tutti i 2.500/3.000 costumi necessari nel film, inclusi i 500, realizzati apposta per il film, e i costumi per le comparse. Quest’ultimi dovevano apparire autentici senza rubare la scena agli attori principali. Per questo tutti gli uomini indossavano pantaloni a vita alta, mentre le donne indumenti intimi in stile anni ’50.

Più facile, il lavoro con Tilda Swinton, a cui sta bene qualsiasi cosa. È stata l’unica con cui la costumista ha deciso di andare un po’ over the top. Anche perché non interpreta un solo personaggio, ma due gemelle. Entrambe dunque, indossano un completo e un largo cappello con una piuma; su una delle sorelle la piuma sta a destra, mentre nell’altra a sinistra.

Per Tatum invece, il look è stato modellato sugli attori del periodo, specialmente su Troy Donahue e Tyrone Power. Nella sequenza del nightclub, una scena cruciale per il suo personaggio, Tatum è stato vestito per risaltare, con una giacca sportiva di colore chiaro e una camicia senza cravatta (look ispirato proprio da una fotografia di Power), mentre quasi tutti gli altri personaggi indossano un completo formale scuro, incluso Ehrenreich, che per la sua parte ha i look più vari, dagli abiti da cowboy, ai vestiti da tutti i giorni, fino al tuxedo.

Come Brolin, molti dei personaggi principali e dei supporter, indossavano colori caldi e opachi, nei toni della terra, in modo da risaltare dai film, che erano girati nelle vivide tonalità del Technicolor. Per questi film, all’interno di quello principale, Zophres ha studiato altri costumisti noti del tempo, come Edith Head e Adrian.

Anche Clooney, indossa come Brolin, un unico abito per tutto il film. Si tratta di una tunica romana tagliata appena sopra il ginocchio con una corazza di cuoio tempestato, e anche i suoi sandali sono stati accuratamente scelti, con un modello che ricorda film come Ben Hur. Questi sandali, sono stati fatti su misura, così come i cappelli di Tilda Swinton e le cuffie per le scene di nuoto sincronizzato interpretate da Scarlett Johansson.

In totale la Zophres ha dovuto vestire 170 comparse “romane”, tra cui soldati, più 120 israeliti e dai 40 ai 50 schiavi. E questo solamente per uno dei film, all’interno di Ave, Cesare! e, come se tutto questo non fosse già abbastanza, protagonisti e comparse dovevano passare anche per l’hair designer Cydney Cornell, che per il suo lavoro si è ispirata ai grandi colossal del periodo come Quo Vadis, Ben Hur e The Robe.

Una delle sequenze più complesse però, è stata quella in cui le sirene dovevano nuotare, richiedendo una certa flessibilità, nonostante le code e le finte squame. Zophres ha dovuto fare molta attenzione al corpo, scegliendo per ogni attore un costume che fosse confortevole, e che lasciasse spazio al movimento.

Un film ciclopico dunque, non solo per tutti i colossal e il lavoro che si vedrà sullo schermo, ma anche per il dietro le quinte della stessa pellicola dei Coen. Viene la voglia di andare al cinema, anche solo per vedere come sono riusciti a mettere in scena questo immane lavoro.

[publiredazionale content=”Iniziativa in collaborazione con Universal Pictures Italia”]

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ultimo aggiornamento: 23-02-2016