In queste ore in America fa parlare molto di sé un quadro realizzato da uno studente del Bunker Hill Community College di Boston. Il dipinto, esposto nella galleria dell’accademia, ritrae il presidente Barack Obama nei panni di un moderno Gesù Cristo, pronto ad aprire le quinte del palcoscenico ed essere crocifisso.
Ironia o semplice provocazione per attirare su di sé l’attenzione dei media?
Vedere il presidente con una corona di spine sulla testa e le braccia tese in una posa che ricorda l’avvio di una coreografia di The Rocky Horror Picture Show è senz’altro divertente.
Il quadro, intitolato The Truth (La verità), è stato in realtà realizzato quasi quattro anni fa. Avrebbe dovuto essere esposto nell’aprile 2009 a New York, per celebrare il centesimo giorno del mandato di Obama, ma la presentazione è stata annullata a causa di un movimento di indignazione pubblica.
L’autore, Michael D’Antuono, è stato più volte accusato di blasfemia e colpito da una gigantesca campagna di mailing di protesta. Nel suo intento però non c’è nessuna mancanza di rispetto verso la figura di Gesù Cristo, la religione cristiana o lo stesso Obama. Si tratta di una visione ironica, che cerca di dare forma a quelle enormi aspettative che nel 2008 la popolazione americana (ma anche quella mondiale) aveva riversato sul primo presidente afroamericano.
A quattro anni di distanza, il suo mito si è un po’ ridimensionato, ma la seconda elezione al primo turno dimostra ancora tutta la fiducia che l’America ripone su Barack. Per D’Antuono è dunque ricominciato l’incubo delle email di protesta, ma il loro numero si è notevolmente ridotto assieme all’aura di divinità che sta lentamente abbandonando il presidente.
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