Il nostro paese sta vivendo una crisi che coinvolge l’intera popolazione, da qui nasce l’esigenza di trovare soluzioni rapide ed efficaci per cercare di superarla, soprattutto quando ci troviamo ad affrontare temi come quello del diritto al lavoro, elemento costituente e fondamentale in una nazione democratica come la nostra Italia.

Questo è uno dei principali motivi per cui sempre di più si parla di bonus che stanno entrando a far parte del nostro sistema nazionale cambiandone l’assetto socioeconomico.

In particolar modo, una speciale attenzione è rivolta alle donne, che da sempre sono penalizzate a livello lavorativo e fanno più fatica a trovare una condizione contrattuale adatta e idonea; ecco che il governo si è mosso ed ha inserito nella nuova legge di Bilancio, in corso di approvazione, una probabile soluzione per aiutare coloro che da sempre si trovano in una situazione di difetto, si parla del Bonus Donne Disoccupare 2021.

Di cosa si tratta?

Che cosa è il Bonus Donne Disoccupate 2021? Secondo la bozza della Legge di Bilancio prevista per il 2021 le aziende che sceglieranno di assumere le donne saranno “premiate”, queste infatti avranno il diritto all’esonero contributivo del 100% fino a un tetto massimo di 6.000 euro all’anno. E’ un esperimento previsto per l’anno 2021, ma che si presume verrà ripetuto anche per il 2022.

Come e chi ne potrà beneficiare?

Le aziende che decideranno di perseguire questa direzione per ottenere i benefici sono vincolate da alcune condizioni contenute nella bozza della Legge di Bilancio: nessuna discriminazione in termini di età della donna assunta, nessuna presenza di impiego regolarmente retribuito, se residente al Sud sono sufficienti 6 mesi di disoccupazione, per il resto delle regioni italiane invece 24.

I benefici fiscali in caso di approvazione della Legge di Bilancio saranno variabili in base al tipo di contratto di assunzione. Nel caso dei contratti a tempo determinato, anche se in somministrazione, lo sgravio contributivo sarà pari al 100%, se invece si parla di contratto a tempo indeterminato le aziende godranno di 18 mesi di agevolazioni.

La Legge di Bilancio 2021 è ancora in fase di approvazione, ma il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociale Nunzia Catalfo ci rassicura confermando la volontà e il desiderio di sostenere le lavoratrici disoccupate e al tempo stesso le aziende, motivo per cui in consiglio dei ministri è stata approvato lo stazionamento di oltre 38 miliardi per aiutare il tessuto sociale e produttivo ad affrontare e superare l’emergenza che stiamo vivendo.

Una differenzia salariale ormai consolidata

La disparità occupazione tra genere maschile e femminile è un tema da sempre ricorrente a livello sociale globale, verificando i dati il dislivello percentuale è pari al 17,9%. Si parla di differenza salariale in tutti i settori e per tutti i tipi di occupazione, inoltre più la qualifica è alta più il divario è ampio.

L’intervento è quello giusto?

Ma inserire strumenti agevolativi come il Bonus sopracitato è l’unica strada da perseguire per favorire l’occupazione delle donne? No, è necessaria una revisione del sistema di tassazione, attualmente in vigore prima dell’introduzione dei bonus, perché, infatti, ad oggi le donne riducono o annullano l’impiego lavorativo a causa degli esordienti fiscali, che sono riconosciuti alle famiglie.

Revisione del sistema di tassazione che, prendendo in esame, le vicende degli ultimi anni, se non degli ultimi mesi, rappresenterebbe un utile ammortizzatore nei confronti delle esigenze e aspirazioni lavorative delle donne, non ricorrendo all’oramai consolidato e poco remunerativo, espediente dei bonus; utili soltanto in una fase di emergenza, ma che non devono costituire una consuetudine o una normalizzazione. Non è con i bonus, o con gli incentivi una tantum, che si risolve il problema della tassazione in chiave femminile.

 

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ultimo aggiornamento: 18-01-2021