Gli scatti del Calendario Campari 2015 sono firmati da Julia Fullerton-Batten, celebre fotografa d’arte acclamata in tutto il mondo e prima donna a capo del progetto Calendario Campari. La sua cifra distintiva, che si caratterizza per l’utilizzo della luce cinematografica e di ambientazioni altamente creative, aiuta a raccontare queste storie e a cogliere visivamente un accenno di atemporalità, fil rouge del tema Mythology Mixology di quest’anno. Grazie a un perfetto connubio tra una visione perspicace e un approccio peculiare, Julia dà vita a ogni storia speciale che si cela dietro i cocktail classici Campari in modo artistico e contemporaneo. Style & Fashion 2.0 l’ha intervistata in esclusiva.
Che cosa ci puoi dire della tua esperienza sullo shooting del Calendario Campari 2015?
“Il tema del Calendario Campari 2015 è Mythology Mixology. E fonde visivamente la storia del marchio e la storia dietro cocktail più famosi di Campari in cammei mensili. Sono felice di aver avuto l’opportunità di scattare il calendario con Eva Green come protagonista e star. Tenendo presente che questa è la 16° edizione del Calendario Campari, sono particolarmente orgogliosa del fatto che io sono la prima donna a fotografare uno dei loro calendari iconici. Gli scatti sono stati molto simili a quello che immagino essere un set cinematografico: pieno di gente, emozionante e molto energico! A un certo punto siamo riusciti a contare 71 persone sul set, tutte presenti nello stesso momento – il team creativo, gli scenografi, il make-up artist, la mia squadra di assistenti, ecc e, naturalmente, due donne al centro del set. Ognuno ha creato qualcosa. Abbiamo lavorato molto e spesso fino a tarda sera. Siamo stati un team fantastico e possiamo essere felice, orgogliosi e soddisfatti che tutto abbia funzionato così bene.”
Com’è stato lavorare al fianco di Eva Green? Avete condiviso esperienze divertenti insieme?
“Non sapevo chi sarebbe stata la musa fino a a quando non sono stata selezionata come fotografa. Quando ho scoperto chi era ne ero assolutamente felice! Quando ho incontrato Eva sul set poco prima dell’inizio degli scatti mi ha colpito per la sua professionalità e pazienza, ha fatto le prove generali degli abiti per più di 4 ore. Eva è una persona piacevolmente giovanile e con cui è molto facile andare d’accordo. Lei ha la capacità di fare espressioni facciali che hanno fatto ridere tutti. Sul set io di tanto in tanto la dirigevo, ma in molti casi le chiedevo di dirigere se stessa. Ho pensato che fosse perfetto per questo progetto in quanto non volevamo solo raccontare la storia di Campari, ma anche il suo posizionamento nella nostra società contemporanea – questo è ciò che riesce a catturare Eva, è una bellezza senza tempo che è al tempo stesso classica e moderna. Tra gli aneddoti divertenti c’è stata una volta in cui si è diretta al bar e scherzosamente ha preso un sifone e spruzzato d’acqua gassata tutto il set.”
C’è un trucco per catturare la vera essenza di una donna?
“Ci deve essere un legame personale tra il fotografo e il soggetto, al fine di far emergere la sua personalità interiore, il suo carattere e la sua aura. Ciò richiede un elemento di intimità tra i due. Quando ho incontrato Eva e ci siamo guardate negli occhi ho sentito che questo legame si era stabilito e avremmo avuto un buon risultato, ed è quello che è successo.”
Tra i dodici scatti, qual’è il tuo preferito?
“La mia immagine preferita è Old Pal. Era il drink preferito di Richard Burton e mi piace sia la scena e che l’impostazione della foto. E’ ambientata nel 1950 in perfetto stile americano che è anche l’ispirazione del vestito di Eva. La ricetta è una parte Campari, una parte whisky di segale e una parte di vermouth dry. Ha un sacco di carattere con un tocco contemporaneo e con un tocco 1950.”
Quali sono le caratteristiche del tuo stile e della tua estetica fotografico?
“Il mio stile fotografico ha due caratteristiche essenziali per le quali è immediatamente riconoscibile. La prima è che uso le messe in scena, per lo più sul posto, che raccontano una storia. Da un’idea originale il lavoro progressivamente prosegue attraverso varie fasi di sviluppo, affinando l’idea iniziale. Allo stesso tempo, trovo posizioni, modelli, abbigliamento, oggetti di scena, stilisti e assistenti. A volte mi ci vogliono mesi per sviluppare l’idea e le varie scene fino a quando io non sono pronta per scattare.
La seconda caratteristica è la mia tecnica di illuminazione, che è ampia e ha un’atmosfera cinematografica. Combino flash e luce naturale, a volte aggiungendo cross-lighting, lume di candela e la luce della lampada per dare più atmosfera. In uno scenario di bowling ho usato 31 flash-heads e li ho combinati con la luce dell’ambiente. L’illuminazione richiede un bel po’ di tempo per essere impostata, per questo shooting a volte ci ho messo anche fino a 6 ore, è stata essenziale la preparazione e la tempistica degli scatti.”
Come vivi il rapporto tra fotografia e smartphone e l’arrivo dei social media come Instagram? Oggi, tutti possono essere fotografi. Cosa ne pensi?
“Da quando sono arrivate sul mercato le macchine fotografiche digitali compatte, le persone sono state in grado di scattare fotografie, stamparle, inviarle ad altri e pubblicarle online. Prima erano le macchine fotografiche Polaroid che hanno permesso a chiunque di produrre fotografie istantanee. Prima ancora c’è chi era abituato alle Kodak Brownie box camera e, più recentemente, le macchine fotografiche Holga oggi sono stati sviluppate per le masse in Cina. Per definizione tutte le persone che utilizzano uno qualsiasi di questi dispositivi può essere chiamato un fotografo, anche se tutti hanno scattato istantanee.
Più recentemente sono stati sviluppati telefoni cellulari, smartphone e fotocamere digitali di dimensioni simili agli smartphone, tutte con ottime capacità tecniche. Instagram consente la distribuzione più semplice delle immagini online e l’applicazione di filtri digitali a queste immagini per creare diversi effetti così da diventare “cool”.
Indiscutibilmente molte belle fotografie possono essere realizzate da persone che utilizzano queste nuove tecnologie, alcuni scatti avvengono intenzionalmente, altri per caso.”
Se potessi dare un consiglio ad un giovane fotografo, quale sarebbe?
“Supponiamo che ti consideri un buon fotografo, allora scegli di essere originale, creativo, lavora sodo, persevera, sii competitivo, attento e pensa positivo. Sii tu l’artefice della tua fortuna. Io ho sempre pensato che ognuno di noi fa la propria fortuna partecipando e comunicando con altre persone, partecipando a concorsi, ecc.”
Calendario Campari 2015: l’intervista esclusiva alla fotografa Julia Fullerton-Batten, prima donna a scattare il Calendario
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VIDEO CALENDARIO CAMPARI – BEHIND THE SCENE
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