Lifestyle
Chi sono le ragazze Gyaru e perché spopolano sui social
Se trascorrete un po’ di tempo sui social vi sarete di certo imbattuti nelle ragazze Gyaru. D’altronde, farsi notare è da sempre la loro missione e con la nascita del mondo virtuale hanno trovato un vero e proprio paese del Bengodi. Vediamo chi sono, perché si chiamano così e cosa fanno.
Ragazze Gyaru: chi sono e perché si chiamano così
La parola gyaru non è altro che la pronuncia giapponese di gal, ossia ragazza. Questo termine ha preso piede in Giappone intorno agli anni Novanta, quando alcune adolescenti hanno iniziato a vestirsi e truccarsi in modo eccentrico e a comportarsi in maniera strafottente. Considerando che parliamo di un Paese famoso per le regole sociali particolarmente rigide, il loro atteggiamento è stato fin da subito etichettato come negativo. Pensate che in passato, alcune immagini delle ragazze sono state utilizzate impropriamente per fumetti e video per adulti.
Oggi, fortunatamente, la realtà è diversa. Generalmente, le ragazze gyaru hanno un’età compresa tra i 15 e i 20 anni e si riconoscono grazie al trucco pesante, ai capelli tinti biondi o castani, agli abiti sexy e alla finta abbronzatura. Caratterialmente, invece, hanno una gran voglia di divertirsi e rivendicano la loro libertà. Insomma, sono vere e proprie ribelli, le classiche bad girls.
Ovviamente, queste ragazze sono facilmente riconoscibili, soprattutto per l’aspetto. Tutte loro, infatti, propongono un’estetica davvero too much: capelli decolorati, ciglia finte lunghissime ed esagerate abbronzature artificiali. Ma sono identificabili anche dall’atteggiamento, sempre fiero e strafottente.
Come trascorrono le giornate le ragazze Gyaru?
Le ragazze Gyaru, oltre a trasudare trasgressione e sensualità da tutti i pori, hanno anche un codice di comportamento proprio e fanno squadra tra loro. Insomma, fanno parte di un vero e proprio movimento, anche se in Giappone lo identificano come sottocultura. Per quanto riguarda il tempo libero, queste bad girls trascorrono i pomeriggi a fare shopping (ovviamente, la parola d’ordine è pop-trash), nei centri estetici (parrucchiere compreso) e a creare contenuti per i social. Le serate, invece, sono dedicate al karaoke, passatempo preferito da quasi tutti i giapponesi, e alla musica Jpop.