Cosa significa baddie girl?

Cosa significa baddie girl? Ecco tutto quello che c’è da sapere su un’espressione diventata virale ovunque.

Negli ultimi tempi si fa un gran parlare di baddie girl. Un’espressione che non riguarda soltanto l’aspetto estetico di una persona, ma anche lo stato d’animo e i suoi gusti o preferenze. Vediamo cosa significa, in quali circostanze si utilizza e alcuni esempi d’uso.

• Origini: utilizzata per la prima volta nella canzone Vetri neri di Anna Pepe, Ava e Capo Plaza.
• Quando si usa: per indicare una ragazza sicura di sé, impavida, attiva sui social e con un look tutt’altro che sobrio.
• Lingua: inglese.
• Diffusione: in Italia.

Cosa significa baddie girl?

La diffusione dell’espressione baddie girl in Italia si deve ad Anna Pepe, Ava e Capo Plaza, che nell’estate 2024 l’hanno utilizzata nel brano Vetri neri. “Sto con una Baddie, gira in Mercedes-Benz“, recita il brano. Come si può facilmente immaginare, si tratta della classica ragazzaccia, ma leggermente diversa da quella ‘etichettata’ con l’espressione bad girl. Mentre quest’ultima è entusiasta della vita ma ingenua e maldestra, quella descritta dai tre artisti è sicura di sé, impavida e indifferente ai giudizi degli altri.

Non è solo il carattere, però, a distinguerla dalla massa, ma anche il look. Le baddie girls hanno uno stile tutt’altro che sobrio: capi streetwear, ciglia foltissime spesso finte e unghie lunghe e decorate. Neanche a dirlo, vivono incollate ai social, frequentano la discoteca e amano ascoltare musica trap o raggaeton. In sostanza, sono copie italiane di Cardi B o Nicky Minaj.

Ecco il video di Vetri Neri di Anna Pepe, Ava e Capo Plaza:

Esempi d’uso

Dopo aver visto cosa significa baddie girl, vi proponiamo alcuni esempi d’uso in modo da comprendere ancora meglio l’utilizzo dell’espressione:

“Carlotta è proprio una baddie girl, non vedete come si atteggia?“.

“Per essere baddie girl non basta avere un determinato stile, bisogna esserlo nel profondo, nell’anima“.

“Ma quali baddie girl? Noi siamo ragazze Gyaru“.