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Cos’è l’inseminazione delle nuvole e a cosa serve
Inseminazione delle nuvole: cos’è, a cosa serve e come funziona la tecnica per ‘creare’ artificialmente la pioggia.
Per combattere il caldo estremo e le sue conseguenze più dannose, soprattutto per l’agricoltura, come la siccità, in diversi paesi è stata adottata una nuova strategia: l’inseminazione delle nuvole (cloud seeding). Di cosa si tratta? In parole povere di un metodo artificiale per ‘creare’ la pioggia, interrompendo l’innalzamento delle temperature dovuto alla carenza di precipitazioni, ponendo un freno alla crisi climatica ed evitando che alcune zone del nostro pianeta divengano particolarmente rischiose per specie animali, vegetali e per gli stessi esseri umani.
Una strategia di contrasto al caldo e alla siccità nata già nei primi decenni del secolo scorso, ma su cui permangono ancora molte incertezze, soprattutto per il rischio di disperdere nell’atmosfera sostanze potenzialmente dannose.
Così il cloud seeding
Stati Uniti e Messico sono stati due dei primi paesi a sperimentare la tecnica di inseminazione delle nuvole, che sfrutta la dispersione all’interno delle nubi di sostanze chimiche in grado di favorire la formazione delle goccioline d’acqua che si trasformano poi in pioggia. Un metodo innovativo per aumentare la quantità di precipitazioni in determinate zone ed evitare lunghi periodi di siccità.
Nata già negli anni Quaranta, la tecnica è stata adottata in questo periodo soprattutto in Messico. Il paese centroamericano la starebbe utilizzando almeno una volta all’anno. I motivi sono stati spiegati precisamente dal Ministero dell’Agricoltura: “Combattere gli effetti della siccità nelle aree rurali e contribuire a riempire le falde acquifere“.
I risultati? Stando ai dati diffusi dal governo tutto sommato positivi. Il progetto è stato infatti ritenuto efficace al 98% e ha contribuito anche a spegnere degli incendi boschivi nel 2021. Ma non è solo il Messico ad aver utilizzato l’inseminazione delle nuvole. Almeno cinquanta paesi nel mondo vi avrebbero fatto ricorso, scatenando la critica di una parte della comunità scientifica, dubbiosa sull’effettiva bontà del progetto.
Come funziona l’inseminazione delle nuvole
Ma in che modo viene applicata questa inseminazione? In sostanza si tratta di una tecnica che, attraverso l’utilizzo di determinate sostanze chimiche, tende a modificare la quantità o il tipo di precipitazioni provenienti dalle nuvole. Solitamente le sostanze più utilizzate sono lo ioduro d’argento, lo ioduro di potassio e il ghiaccio secco. In anni più recenti sono stati usati anche il propano liquido o il sale da cucina.
Le nubi, ‘inseminate’ attraverso aerei o anche dispositivi terreni che ‘sparano’ razzi nel cielo, generano al loro interno dei nuclei di condensazione che assorbono le molecole d’acqua presenti nell’ambiente circostante. Quando raggiungono le dimensioni corrette, cadono al suolo sotto forma di precipitazioni.
A parole una tecnica dunque semplice e apparentemente priva di rischi. Tuttavia, da anni la comunità scientifica si è divisa sulla correttezza di utilizzare questo metodo per fermare la siccità. Al di là dei risultati contrastanti raccolti da diversi studi, sono i rischi sulla salute che frenano gli esperti. Secondo una parte di climatologi, la dispersione nell’ambiente di sostanze come lo ioduro d’argento potrebbe portare a danni sia alla nostra salute che a quella del nostro pianeta.