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Dino Buzzati e Poema a fumetti, storia di uno dei primi graphic novel
Poema a fumetti di Dino Buzzati è spesso considerato come uno dei primi graphic novel mai pubblicati. Ecco trama e storia di questa opera.
Nel settore dei fumetti e dei graphic novel si sente spesso parlare di quale sia stato il primo graphic novel della storia. Per tradizione Contratto con Dio di Will Eisner viene considerata una delle prime storie a fumetti a essere definita graphic novel. E questo anche se Eisner non la chiamò mai così. Tuttavia è cosa ormai nota che il termine graphic novel venne usato già nei primi anni Sessanta per altre pubblicazioni. Quindi come spesso accade in questi casi, le origini del termine sfumano nel tempo. E per quanto riguarda l’Italia? Beh, qui da noi dobbiamo dire che Poema a fumetti di Dino Buzzati viene spesso considerata alla stregua di uno dei primi graphic novel della storia. E’ per questo che oggi andremo a vedere genesi e trama di questo romanzo a fumetti.
Quando è stato scritto?
Poema a fumetti è un romanzo a fumetti scritto da Dino Buzzati nel 1969. E’ considerato uno dei primi graphic novel che siano mai stati pubblicati. Dino Buzzati non era solo uno scrittore, ma anche un pittore. La stessa moglie Almerina Antoniazzi rammentava spesso che il marito leggeva Diabolik e adorava Paperino e Paperon de’ Paperoni.
Questo amore per i fumetti, spinse Buzzati nel 1965 a voler tentare un progetto ispirato al mito di Orfeo ed Euridice. In una lettera scritta a Vittorio Sereni, il direttore letterario di Mondadori, lo scrittore gli spiegava di voler rielaborare graficamente fotografie, pitture e svariato materiale iconografico relativo a questo mito.
A dire il vero inizialmente alla Mondadori non piacque troppo questa idea, ma Buzzati, pur non insistendo per pubblicarla, continuò a lavorare al suo romanzo a fumetti, dando il manoscritto alla moglie e dicendole di non pubblicarlo per minimo venti anni.
Tuttavia la moglie di Buzzati era convinta che il marito avesse prodotto un’ottimo romanzo a fumetti e così insistette con la Mondadori affinché nel 1969 lo pubblicasse con il titolo di La dolce morte. Solo che la Mondadori fece una richiesta: dargli un titolo meno “lugubre”. Così Buzzati si risolve a pubblicarlo con il semplice titolo di Poema a fumetti. Al pubblico l’opera piacque parecchio, mentre i critici non furono tutti convinti: Indro Montanelli, per esempio, riteneva i disegni troppo licenziosi.
Poema a fumetti si compone di 208 tavole a colori, inclusa la copertina.
Poema a fumetti di Dino Buzzati: trama
La trama di Poema a fumetti è ispirata al mito di Orfeo ed Euridice, anche se rivisitato in ottica più moderna. Il protagonista è Orfi, un cantautore rock che suona e canta al Polypus, un locale milanese. Orfi è molto amato dai giovani avventori del locale. Una sera vede Eura Storm, la donna amata, mentre attraversa una porta misteriosa in via Saterna, proprio al centro di Milano.
Il giorno successivo vede una parata di carri funebri e un uomo verde e misterioso gli porta la notizia della morte della fidanzata. Quella sera stessa Orfi, disperato, va in via Saterna, ma trova la porta chiusa e controllata dall’uomo verde della mattina. Orfi prova in tutti i modi a far aprire la porta, ma niente da fare: rimane serrata. Questo almeno fino a quando non inizia a cantare: la porta si apre.
Orfi scende lungo una scala buia, al cui termine trova un giardino in cui delle belle ragazze cercano di convincerlo a smettere di cercare Eura. Anzi, Trudi lo porta davanti a un diavolo che decide di prendere l’aspetto di un cappotto. Questo Diavolo custode spiega a Orfi che l’aldilà è pieno zeppo di anime che rimpiangono di non poter aspirare più alla morte e di essere dunque costrette a vivere per sempre.
Sempre a suon di canzoni, Orfi convince questo Diavolo custode a farsi dare un giorno per cercare Eura. Finalmente Orfi trova Eura, ma il tempo sta per scadere. Eura non è proprio convintissima di farcela, ma Orfi la convince. Solo che il tempo scarseggia e solo Orfi riesce a tornare alla vita, mentre Eura rimane nell’aldilà.
A questo punto l’uomo verde cerca di convincere Orfi che si è trattato di un sogno, solo che Orfi ha in mano l’anello di Eura.
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