Considerato uno dei maggiori cantanti che ha contribuito a scrivere la storia della musica italiana, Fausto Leali vanta una carriera di tutto rispetto. Vi presentiamo una raccolta delle sue frasi più belle, tratte sia dalle canzoni che dalle interviste.
Frasi tratte dalle canzoni di Fausto Leali
Classe 1944, Fausto Leali ha debuttato nel mondo della musica nel lontano 1961, quando ha pubblicato il suo primo 45 giri. Il successo vero e proprio, però, è arrivato nel 1967, quando ha interpretato il brano A chi. Da questo momento, la sua carriera è stata un continuo crescendo e ancora oggi sono tante le canzoni che accomunano diverse generazioni: da Deborah a Ti lascerò, passando per Mi Manchi, Angeli negri e Solo lei.
Di seguito, vi presentiamo una selezione di frasi tratte dai brani più belli di Fausto Leali:
- Ormai, è finita, è finita tra di noi ma forse un po’ della mia vita è rimasta negli occhi tuoi. (A chi)
- Tu solamente tu, non aver paura, non sarai più sola… Amo, io amo (Io amo)
- Mi manchi, mi manchi, posso far finta di star bene, ma mi manchi. Ora capisco che vuol dire averti accanto prima di dormire mentre cammino a piedi nudi dentro l’anima. (Mi manchi)
- Ti aiuterò a sconfiggere i dolori che verranno perché saranno anche più grandi degli amori che ti avranno. E lascerò ai tuoi occhi tutta una vita da guardare, ma è la tua vita e non trattarla male. (Ti lascerò)
- Non sono che un povero negro, ma nel Signore io credo e so che tiene d’accanto anche i negri che hanno pianto. (Angeli negri)
- Quando ami una donna non pensi a nessun’altra, venderesti tutto solo per lei. Te la stringi forte al cuore e non ti fidi di nessuno, neanche dell’amico più caro che hai. (Quando ami una donna)
- Io camminerò, tu mi seguirai, angeli braccati noi, ci sarà un cielo ed io lavorerò. Tu mi aspetterai e una sera impazzirò, quando mi dirai che un figlio avrai, avrò. (Io camminerò)
- A chi mi dice che tornerai non credo oramai. Oh… a chi ti dice che sto male pensandoti tu sorridi voltandoti verso lui. (A chi mi dice)
- Sempre e per sempre tu, ricordati dovunque sei, se mi cercherai, sempre e per sempre, dalla stessa parte mi troverai. (Sempre e per sempre)
- Io che non vivo più di un’ora senza te, come posso stare una vita senza te, sei mia, sei mia. Mai niente lo sai separarci un giorno potrà. (Io che non vivo)
- Perdonami se ho sbagliato, perdonami. Io non riesco, sai a stare senza te, io non riesco, sai. (Deborah)
- Cosa ha fatto per meritare tanto, l’uomo, non so, ma ogni giorno, ogni notte, lui può trovare in lei la forza che ha, la dolcezza che gli dà, soltanto lei, solo lei. (Solo lei)
- Se tu cerchi una casa, quella che non hai, la mia casa è tua… se la vuoi. (Hippy)
- Eri un letto di glicine, eri un letto di nuvole, mi piaceva sdraiarmi li, sotto te. Eri bacchetta magica, eri più di una favola quando facevi vivere i giorni miei. (Eri tu)
- Non sogno più, non canto più. In questo vento che mi porta via dimenticare è un sentimento, piantar le rose sembra una follia. (America)
Frasi tratte dalle interviste di Fausto Leali
Con oltre sessant’anni di carriera sulle spalle, Fausto Leali è diventato anche un personaggio televisivo. Ha perfino partecipato come concorrente al GF Vip, ma è stato squalificato a causa di alcune espressioni razziste e di poco gusto. Di seguito, vi presentiamo una selezione delle sue frasi che hanno fatto maggiormente discutere:
- Se fai nove cose buone e una cattiva verrai ricordato per quella cattiva, Mussolini ha fatto delle cose incredibili, delle cose buone per l’umanità… le pensioni… è andato poi con Hitler. Nella storia, Hitler era un fan di Mussolini.
- Nella mia lunga carriera ho avuto alti e bassi, non sono stato sempre sulla cresta dell’onda. Ho avuto tante soddisfazioni e ad oggi sono felice di occupare ancora un posto importante nella musica italiana.
- Non si dica che Fausto Leali è razzista perché è un’eresia. Voglio ricordare che io canto Angeli Negri da 60 anni e che quella canzone è una canzone antirazzista. È una preghiera in cui si chiede come mai non c’è un angelo nero sugli altari. Ora non saprei cosa fare, forse dovrei toglierla dal repertorio?
- E’ difficile riuscire a gestire una famiglia allargata. Ci sono quelli che vogliono far vedere che è tutto rose e fiori ma non è così. Un po’ di gelosia c’è sempre. Non è oro tutto quello che luccica.
- La musica va dove vuole, le generazioni e il modo di esprimersi musicalmente con i testi cambiano. Io non posso mettermi a fare il rap perché nella vita ho sempre cantato e non rappato, ma c’è spazio per tutti.
- Anche ai miei tempi c’erano delle meteore, gruppi e cantanti che facevano un pezzo di successo e poi sparivano. Oggi con i talent e i social c’è sicuramente molta più carne al fuoco e più possibilità di farsi conoscere, è più facile arrivare al pubblico ma è anche difficile restare.
- Io continuo a fare la mia musica, a scrivere e quando sarà il momento giusto uscirò con un nuovo progetto, anche se oggi non vendiamo più tanti album come un tempo, perché la discografia in generale è caduta. Ora danno il disco d’oro con 25.000 mila copie, una volta ne servivano un milione.
- Mio padre tornò mutilato dalla Seconda Guerra Mondiale, ma non ebbe assegni o aiuti economici. Doveva lavorare, era fabbro e si faceva 25 chilometri al giorno in bici, tornava con la gamba monca sanguinante.
- A 10 anni mia madre, che pensava fossi intonato e dotato di talento, mi regalò una chitarra, e iniziai a studiare con Tullio Romano, uno dei Los Marcellos Ferial. Ma al contempo lavoravo, ho iniziato una settimana dopo aver finito la quinta elementare: facevo il garzone di salumiere a 2.500 lire a settimana. Finché a 14 anni venni ingaggiato dall’orchestra mantovana di Max Corradini, giravamo le balere, e di colpo balzai a 3.000 lire a notte: io, adolescente, mantenevo i miei. Come prima cosa gli comprai il frigo e la tv. Poi misi su una band, Fausto Leali e i Novelty, incidemmo un paio di cover dei Beatles, Please Please Me e She Loves You, tradotta in Lei ti ama e iniziarono a chiamarci un po’ in tv.
- Ci sono stati dei momenti in cui ho pensato di abbandonare, convinto che non ci fosse più spazio per me. Ma ho continuato a lavorare: devo ringraziare le feste di piazza, le sante feste di piazza. Mi hanno dato di che vivere e tanto pubblico che veniva ad ascoltarmi e a cantare con me le mie canzoni. Non le rinnego e le faccio ancora quando capita.
- Ho sbagliato perché il termine che ho usato, ‘negro’, è ormai considerato offensivo. Ma la verità è che io ho passato talmente tanto tempo con musicisti afroamericani con i quali ho sempre scherzato utilizzando quel termine come fossi uno di loro.
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