Quali sono le frasi di Pippo Baudo che hanno contribuito a renderlo il mattatore della televisione? Vediamo le sue citazioni più iconiche.
Ex marito di Katia Ricciarelli, Pippo Baudo è famoso in ogni angolo d’Italia grazie ai tantissimi programmi che ha condotto. Non a caso, è considerato uno dei pochi mattatori della televisione ancora viventi. Vediamo quali sono le sue frasi più iconiche, quelle che ancora oggi vengono ripetute perfino nei salotti tv come una specie di mantra.
Frasi Pippo Baudo: le citazioni memorabili
Classe 1936, Pippo Baudo è uno dei pochi conduttori della ‘vecchia guardia’ ancora in vita, nonché colui al quale si deve gran parte della storia della tv italiana. Rispetto a tanti anni fa, non compare in televisione tanto spesso, ma il suo nome risuona di bocca in bocca, tra i colleghi che sperano di diventare mattatori come lui. Le sue frasi, non a caso, vengono spesso citate nei programmi, sia Rai che Mediaset. Di seguito, una selezione delle citazioni di Pippo considerate memorabili:
- Svolgevamo un autentico ruolo sociale: la Rai contribuì a unificare l’Italia più che le autostrade.
- Questo lavoro si fa soltanto quando si è felici.
- L’ho inventato io! (riferito a tutti i personaggi che ha lanciato).
- Un ospite che mi ha messo in difficoltà? Uno solo, Roberto Benigni, al quale però voglio troppo bene. La prima volta che venne in trasmissione, mentre ci riprendevano a mezzo busto, mi diede con la mano un colpo secco sui genitali che mi lasciò senza fiato.
- Si è giovani perché si ha un’età. E poi si ha un’altra età e si va verso un’altra stagione.
- Viale Mazzini è una specie di carcere. Tante celle che si affacciano su lunghi corridoi. Quando ero in disgrazia nessuno usciva dalle celle a salutarmi. Adesso corrono fuori tutti festanti a dirmi benvenuto.
- [La televisione] È poco curata. La qualità è scadente. Funziona di più mettere 10 persone dentro una casa davanti a venti telecamere fisse e vedere cosa succede. Oppure fare esplodere la quizzomania, quattro domande idiote che fanno sentire intelligenti le persone a casa.
- Dire conflitto d’interessi è diventato come dire ‘un attimino’.
- La Sicilia ha bisogno di una rivoluzione culturale. Ha professionisti di altissimo livello, docenti, medici e architetti ma non si sporcano le mani facendo politica e l’hanno delegata a questi politici di professione.
- La televisione la gente se la va a cercare a qualsiasi ora: basta che sia fatta bene.
- Sono una spalla produttiva, passo il mio sudore e le battute.
- Canzonissima? Una trasmissione che avrà quaranta milioni di telespettatori, ossia quanti italiani rimarranno a casa bloccati dalle restrizioni adottate per fronteggiare la crisi delle fonti energetiche.
- Devo ringraziare Silvio Berlusconi che è stato un uomo di grandissima sensibilità, in quanto ha perfettamente capito il mio stato d’animo: chi lo dipinge come un duro spietato, dice una bugia, lui è una persona umanissima, che capisce tutto.
- Stavo cenando al Dollaro, un ristorante milanese che costava 660 lire, l’equivalente di un dollaro appunto. Invece degli spaghetti, il cameriere portò una chitarra e cominciò a cantare. “Che voce!” pensai. Era Al Bano. Di giorno lavorava alla Breda, la sera ai tavoli. Gli dissi di venire in Rai il mattino dopo.
Frasi Pippo Baudo: Sanremo e non solo
Da Cantagiro a Un disco per l’estate, passando per Fantastico e il Festival di Sanremo: è impossibile elencare tutti i programmi che hanno visto Pippo Baudo al centro della scena. Di seguito una selezione delle sue frasi più iconiche:
- La televisione è come una spugna: raccoglie tutto ciò che c’è sul pavimento e quando vai a spremerla esce fuori il succo della società.
- La fine di Canzonissima? Hanno capito che si doveva smettere con le battaglie combattute sulla pelle dei cantanti e che come spettacolo la gara canora era finita da un pezzo.
- L’audience influisce anche sulle amicizie.
- La politica in tv è diventata invadente, ogni cosa viene valutata in base alle ricadute elettorali che può avere. Domina il “politichese”.
- Renzo Arbore con i suoi spaghetti Barilla penzolanti al collo, sbronzo di birra per gli spot che ha fatto, ha il coraggio di parlare di televisione mercantile e di livellamento dei programmi verso il basso. Una crociata di puristi che hanno venduto magliette e libri a più non posso al tempo di “Quelli della notte” mi sembra fuori luogo.
- Ora la vita si è allungata, non era giusto escludere i sessantenni dalla giuria. (Festival di Sanremo 2002)
- A me, e a Bruno Vespa che conduceva insieme a me, hanno dato il premio TeleRatto 2011 per la peggior coppia televisiva. Ce lo siamo proprio meritato. Una coppia peggio di noi non si trovava.
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