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Frasi profonde di Edoardo Bennato, tratte da canzoni e interviste
Considerato uno dei maggiori cantanti della storia musicale italiana, Edoardo Bennato è ancora oggi molto apprezzato. D’altronde, sono tante le canzoni amate da fan di tutte le età, come Il gatto e la volpe e L’isola che non c’è. Vi presentiamo una raccolta delle sue frasi più belle, tratte sia dalle interviste che dai suoi brani.
Frasi di Edoardo Bennato tratte dalle interviste
Classe 1946, Edoardo Bennato ha iniziato a prendere lezioni di musica fin da ragazzino. Dopo la laurea in architettura, ha iniziato ad occuparsi della sua carriera a tempo pieno, differenziandosi dal fratello Eugenio, anche lui cantante. Il suo stile, fortemente influenzato dai generi musicali stranieri, specialmente il blues e il rock, lo ha portato ad avere un enorme successo.
Anche se negli ultimi anni non è più sulla cresta dell’onda come un tempo, il cantautore napoletano resta uno dei maggiori rappresentanti della musica italiana. Di seguito, presentiamo una raccolta delle frasi più belle di Edoardo Bennato tratte da alcune interviste:
- Ogni giorno per me significa ricominciare da zero… il passato è un dato di fatto, ma a me intriga più il presente e anche il futuro, ciò spiega perché riparto come se fosse la prima volta, con lo stesso entusiasmo e impegno di quando ho iniziato.
- Io devo “buttare il sangue” se spero che MTV mi passi un intero concerto come fanno con Vasco Rossi, De Gregori e simili, per questo devo farmi aiutare da quei poveracci della TIM.
- Il rock deve creare tensioni, dubbi, interrogativi e trasmettere buone vibrazioni.
- Mi preoccupano le donne. […] Imitano troppo gli uomini nei comportamenti peggiori. Parlano, fumano e amano come loro. Chiedo alle donne di credere nella loro femminilità e di difenderla a ogni costo.
- Sanremo è il circo Barnum degli impresari.
- Non me ne frega di quelli che amavano “È arrivato un bastimento”. Questo disco è bello e ci stanno tante belle canzoni. Piacerà anche a loro.
- Morgan è un ragazzo innamorato della musica. Vive per la musica e la fa bene anche. L’ha studiata e la fa anche distinta. Quindi diciamo che è il musicista ideale con cui collaborare.
- L’Italia è un Paese ingovernabile e con questa ingovernabilità dobbiamo farci i conti tutti i giorni. Ho girato il mondo ma poi quando torno a casa mi rendo conto che Bagnoli è una polveriera. Parlo di Vittorio Emanuele di Savoia perché il patto di Teano segnò la nascita del brigantaggio, personaggi leggendari che difendevano la povera gente dagli aguzzini e dai tiranni.
- Non faccio lezioni di geopolitica e non parlo in aule universitarie: io scrivo canzonette e devo divertire un pubblico che va dai bambini di cinque anni in su.
- Sono passati 150 anni dall’Unità d’Italia ma oggi nell’ex Regno delle Due Sicilie esiste un’entità, che possiamo chiamare camorra, mafia o ‘ndrangheta, che si è assunta il compito di difendere la gente dagli strumenti del potere che al Sud vengono percepiti come ostili. Ci accingiamo a festeggiare i 150 anni di Unità in un caos totale e ormai sappiamo bene che chi si ostina a tentare di governare questo caos in modo tronfio o applicando le regole del più banale patriottismo rischia di farsi male.
- Io scrivo le canzoni e tratto argomenti che ritengo importanti per me, poi ho avuto ed ho ancora, la fortuna che piacciono alle persone che le ascoltano. Non credo esista una “ricetta”, altrimenti tutti l’adopererebbero per arrivare al successo. Inoltre, il rock per me non è solo uno stile musicale ma un vero e proprio modo di vivere, forse anche una religione.
- L’isola che non c’è è un concetto che ha a che fare con l’utopia, allo stato in cui l’umanità è giunta negli ultimi tempi, tra cambiamenti climatici, guerre e quant’altro, a questo punto bisogna davvero trovarla quest’isola, non c’è più tempo da perdere è questo l’augurio che faccio per tutti quanti noi.
- Siamo un pianeta di masochisti. Io sono punker isterico perché vivo in una società che si dice acculturata, si vaccina e poi si fa male in modo violento, con alcol, fumo, droghe.
- A Pesaro, nel settembre ’67, siccome avevamo suonato alla Festa dell’Unità, arrivarono in 15 scandendo: Bennato, Bennato, il sistema ti ha comprato. Pensavano di farci paura, ma io dissi: chi sono questi scornacchiati? E io e i miei gli saltammo addosso lanciandoci dal palco. I figli di papà se la videro con noi figli di operai. Io mi presi una coltellata alla schiena, ma ogni volta erano pugni, sprangate.
Frasi di Edoardo Bennato tratte dalle canzoni
Tante le sue canzoni che, ancora oggi, vengono quotidianamente trasmesse dalle maggiori emittenti radiofoniche: da Un giorno credi a Il gatto e la volpe, passando per Un’estate italiana, W la mamma, L’isola che non c’è, Buon compleanno bambina e Le ragazze fanno grandi sogni. Di seguito, una selezione di frasi tratte dai brani di Edoardo Bennato:
- Niente odio né violenza, né soldati né armi, forse è proprio l’isola che non c’è. (L’isola che non c’è)
- Quanta fretta, ma dove corri, dove vai. Se ci ascolti per un momento capirai: lui è il gatto ed io la volpe, stiamo in società, di noi ti puoi fidar. (Il gatto e la volpe)
- Guarda invece che scienziati, che dottori, che avvocati, che folla di ministri e deputati! Pensa che in questo momento, proprio mentre io sto cantando, stanno seriamente lavorando! (Sono solo canzonette)
- Un giorno credi di esser giusto e di essere un grande uomo, In un altro ti svegli e devi cominciare da zero. (Un giorno credi)
- È il primo giorno, però domani ti abituerai e ti sembrerà una cosa normale fare la fila per tre, risponder sempre di si e comportarti da persona civile. (In fila per tre)
- Chi ha visto il piano regolatore ha detto “bravo,” ma ride di me. (Io che non sono l’imperatore)
- Sale sul palco il numero 24 della lista, che per far presa sulla folla continua a ripetere: “è ora di finirla, adesso basta”. (Feste di piazza)
- Chi è normale non ha molta fantasia. (Venderò)
- Tu sei un’anima eletta, tu non accetti compromessi, tu non puoi sbagliare, tu non devi lasciarti andare, tu sei un cantautore. (Cantautore)
- E in nome del progresso, il dibattito sia aperto. Parleranno tutti quanti, dotti, medici e sapienti. Tutti intorno al capezzale di un malato molto grave, anzi già qualcuno ha detto che il malato è quasi morto. (Dotti medici e sapienti)
- Impara quei libri a memoria, c’è scritto che i saggi e gli onesti son quelli che fanno la storia, fanno la guerra. La guerra è una cosa seria. Buffoni e burattini, no, non la faranno mai. (È stata tua la colpa)
- Lui comanda e muove i fili, fa ballare i burattini. (Mangiafuoco)
- La calunnia è un venticello, ma in un lampo diventa una tempesta e produce un’esplosione, come un colpo di cannone, un terremoto che fa tremare. (La calunnia è un venticello)
- Ma da sempre tu sei quella che paga di più… Se comincia la caccia alle streghe, la strega sei tu. (La fata)
- Tutti quanti in prigione… e che vi serva da lezione… no, lasciatemi, c’è un errore, io sono il giudice, lasciatemi. (In prigione, in prigione!)
- A fare il profeta mai nessuno ci guadagnerà. (Tu grillo parlante)
- Chi ti risponde ti dice: è presto, quando sarai grande allora saprai tutto… E’ tutto scritto, catalogato, ogni segreto, ogni peccato. Saprai perché quando sarai grande. (Quando sarai grande)
- Nonostante i miei reiterati inviti alla tolleranza e all’autocritica il risultato è sconfortante. (Li belli gladioli)
- Non farti pregare e poi non puoi più tirarti indietro, abbiamo messo altre 100 lire. (Sei come un juke-box)
- Ma che sarà, che cosa t’offrirà quest’altra storia, quest’altra novità. L’unico rischio è che sia tutto finto e che sia tutta pubblicità. (Ma che sarà)
- Veri pirati noi siam, contro il sistema lottiam! Ci esercitiamo a scuola, a far la faccia dura per fare più paura. (Il rock di Capitan Uncino)
- Quel Peter Pan non mi ha fatto niente, però dev’essere un gran fetente perché lo dice il mio comandante. (Dopo il liceo che potevo far)
- E la nottata non passa mai. Bella, appariscente, invidiata, invadente. Volgare, indecente, violenta, incandescente, ma è la mia città. (La mia città)
- Seconda stella a destra, questo è il cammino, e poi dritto fino al mattino. Poi la strada la trovi da te, porta all’isola che non c’è. (L’isola che non c’è)
- Il tempo a volte è strano, ma il tempo è galantuomo. Io non mi imbroglio, ma non mi si può imbrogliare, io vado piano, ma non mi si può fermare. Dai tempo al tempo e i conti devono tornare. (Rockoccodrillo)
- Mi ricordo che anni fa, di sfuggita dentro a un bar, ho sentito un juke-box che suonava e nei sogni di bambino la chitarra era una spada e chi non ci credeva era un pirata! (Sono solo canzonette)