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Per guardare da vicino l’affresco della Cappella di Enrico Scrovegni a Padova, che rappresenta l’Incontro presso la Porta Aurea di Gerusalemme tra S. Anna e Gioacchino (1303) bisogna avvicinarsi all’arco trionfale, dove al cospetto di Dio e della sua schiera di angeli, si generano le tappe della storia e della preistoria dell’umanità. Un racconto che ha inizio con i genitori di Maria, per dare risalto alla figura di una semplice fanciulla la Vergine in attesa dell’annuncio dell’angelo. La scena con l’Incontro presso la Porta Aurea è come un background biografico essenziale che Giotto attinge dalle storie del Protovangelo di San Giacomo e dallo Pseudo Matteo, per cogliere l’umanità e non la santità dei protagonisti e inserirli in un paesaggio italiano.

S.Anna e Giacomo secondo le scritture si trovavano all’ingresso della Porta di Gerusalemme, ma Giotto italianizza i luoghi, dando all’architettura l’aspetto dell’Arco di Augusto di Rimini: avvicina con l’immaginazione pittorica spazi e luoghi lontani per farci sentire fedeli universali. Come un drammaturgo, coglie un attimo spontaneo tra la coppia quando dopo la cacciata di Gioacchino dal tempio, perchè accusato di sterilità grazie ai piani divini si ricongiunge con Anna che lo credeva morto. Dopo questo sacro e simbolico ricongiungimento Anna darà alla luce Maria.

Commuove l’incredulo gesto di S. Anna sul volto dell’uomo che Giotto dipinti in una composizione piramidale e solida, punto focale dell’affresco. Un abbraccio a cui partecipano i presenti con lo sguardo, un pastore “fuori campo” a sinistra e le donne che facevano compagnia a S. Anna a destra. La scena è serrata, non lascia spazio a dettagli troppo minuziosi. Giotto è sintetico, solenne, persino nella donna vestita di nero non si lascia andare alla retorica, ma è concentrato sulle azioni salienti degli uomini che hanno determinato il destino della cristianità.

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ultimo aggiornamento: 25-05-2016