Tutto è cominciato con Ossessione di Luchino Visconti. 1942, anno che decreta la nascita del Neorealismo in Italia, movimento letterario e cinematografico che ha lasciato alla cultura italiana e internazionale capolavori come Riso Amaro, Ladri di biciclette, Roma città aperta, Bellissima.

Un movimento che nasce dal desiderio di raccontare, subito dopo la seconda Guerra mondiale, la verità, la vita quotidiana, le cronache della gente comune, in opposizione al cinema commerciale, definito “dei telefoni bianchi”.

Tutto questo oggì è in mostra a Torino con “CINEMA NEOREALISTA. Lo splendore del vero nell’Italia del dopoguerra”,  un’ampia esposizione sul cinema neorealista.
Fino al 29 novembre 2015 presso il Museo nazionale della Mole Antonelliana, saranno esposte oltre 180 fotografie e documenti, 15 manifesti, 23 monitor che ripropongono sequenze tratte da 55 film intervallate da 8 interviste esclusive ad altrettanti registi che raccontano il loro rapporto con il neorealismo: Davide Ferrario, Marco Bellocchio, Martin Scorsese, Bernardo Bertolucci, Bernard Tavernier, Edgar Reitz, Abderrhamane Sissako, Robert Guédiguaian.

Curata dal direttore del Museo Nazionale del Cinema, Alberto Barbera, in collaborazione con Grazia Paganelli e Fabio Pezzetti Tonion, la mostra racconta, a 70 anni da Roma città aperta, uno dei film manifesto, un movimento culturale che ha totalmente rivoluzionato il modo di fare cinema anche all’estero, con nomi di registi italiani divenuti di fama internazionale: Rossellini, Visconti e De Sica, poi Carlo Lizzani, De Santis, Lattuada e poi Rosi, Germi, Maselli, Castellani.
Una mostra che si sintetizza nelle parole di uno dei massimi esponenti del Neorealismo, Roberto Rossellini: “Esiste un’estetica del bello, noi cerchiamo quella dell’utile agli esseri umani”. Stromboli

 

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ultimo aggiornamento: 09-06-2015