Tra tanta gente che li cerca, c’è qualche artista che non vuole proprio saperne. Parliamo di prestigiosi riconoscimenti, e se qualche tempo fa il caso dello scrittore spagnolo Javier Marías, noto novellista saltato agli onori delle cronache per aver rifiutato il Premio Nazionale di Narrativa, aveva già acceso discussioni e polemiche, lo stesso sembra accadere a Jacques Tardi, disegnatore francese che ha rifiutato la Legion d’Honneur, come aveva invece accettato nel 1985 il Grand Prix de la Ville d’Angoulême, strettamente legato al suo settore lavorativo. E anche stavolta le ragioni si somigliano dato che entrambi i protagonisti delle storie hanno voluto marcare profondamente la loro mancata adesione all’establishment.

In fondo un po’ c’era da aspettarselo conoscendo anche solo i soggetti dei suoi fumetti. Un universo ombroso per adulti e intellettuali, collocato spesso nei faubourgs di Parigi e popolato da soldati, diseredati ed entità mostruose, luoghi di rivolta ispirati ai grandi conflitti mondiali. Ma entriamo un po’ più nel particolare perché nelle dichiarazioni di Tardi ci sono alcune frasi inequivocabili che riassumono a meraviglia il senso di un tale “gran rifiuto”:

Essendo ferocemente attaccato alla mia libertà creativa e di pensiero non voglio ricevere nulla ne dal potere attuale, ne da un altro potere politico, qualsiasi esso sia. Di conseguenza è con la più grande fermezza che rifiuto questa medaglia…Non sono interessato, non chiedo e non ho mai chiesto nulla. Non siamo automaticamente contenti di essere riconosciuti da persone che non stimiamo.

Nell’immagine il disegnatore francese Jacques Tardi in posa presso il museo dedicato alla storia della Prima Guerra Mondiale, durante l’esposizione dei suoi disegni dedicati alla guerra di trincea. Peronne, 14 maggio 2009. AFP PHOTO / ALAIN JULIEN (Photo credit should read ALAIN JULIEN/AFP/Getty Images)

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ultimo aggiornamento: 05-01-2013