Gli imballaggi della frutta hanno sempre attirato la mia attenzione, mio papà quand’ero bambino collezionava le carte veline che avvolgevano le arancie, le custodiva all’interno di grossi volumi di una vecchia enciclopedia ma poi una alla volta io e mia sorella le abbiamo bruciate per un fare un gioco che si chiamava il missile, si arrotolava la cartina a forma di cilindro, la si adagiava su un piatto e si accendeva l’estremità superiore, quando l’intera cartina aveva terminato la combustione il residuo carbonizzato si alzava dal piatto e volteggiava nell’aria, in quel breve intermezzo temporale che precedeva il decollo io e mia sorella urlavamo a squarciagola: vola, vola, vola.
Le etichette della frutta sono oggetto di collezionismo e sulle carte degli agrumi esistono delle bellissime pubblicazioni: “Dove fiorisce il limone” edito dalla Sellerio di Palermo – 1983 e di recente pubblicazione “Frutti d’Italia” della Edizioni XX Secolo.
Su Ping mag è recentemente apparso un’interessante articolo sulla grafica degli scatoloni della frutta in Giappone e l’amico Sergio tempo fa nel suo “in rete” riportava una serie di link sull’argomento di cui ho conservato l’url di un ricco archivio di bollini delle banane.
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