L’artista svizzero Johann Heinrich Füssli è tra i pittori più famosi per aver rappresentato nelle sue opere scenari onirici e gotici. Nato a Zurigo nel 1741 lavorò principalmente in Inghilterra ed è considerato universalmente un precursore di movimenti come Espressionismo e Surrealismo, proprio per il suo stile ricco di pathos, rappresentato al massimo da lavori come “La follia di Kate” (1806-07) o “Gertrude, Amleto e il fantasma del padre di Amleto” (1793).
L’esempio più calzante di questo stile è però la sua opera più famosa, “L’incubo” (“The Nightmare” – 1781), un olio su tela di cui esistono diverse versioni in cui l’artista sperimenta sullo stesso modello diverse tonalità e luci: nell’opera vediamo una donna addormentata sovrastata da un inquietante nano/gargoyle, che le sale addirittura sul torace, e dalla testa di una cavalla (interpretazione dell’artista della parola ‘nightmare’ che deriva da ‘night-mare’, cavalla notturna), anche questa non troppo rassicurante, che fa capolino da una tenda sullo sfondo.
Il corpo della giovane è in una posizione innaturale e più che in preda ad un brutto sogno la donna sembra morta (la carnagione è pallida, la sua testa e le braccia pendono verso il basso, quasi fossero totalmente abbandonate dalle forze).
All’epoca la dimensione del sogno era sconosciuta, dato che gli studi di Sigmund Freud sulla loro interpretazione sarebbero arrivati soltanto tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, ma è molto interessante il tentativo del pittore di raffigurare un momento così intenso come quello della materializzazione di un sogno, uno dei meccanismi del nostro cervello su cui si continua ancora a dibattere.
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