Finalmente qualche nuova edificante per il patrimonio artistico campano che molto spesso ritorna tra le nostre pagine per scempi, crolli e risultati di incuria. La Reggia di Carditello è stata infatti acquistata oggi, giovedì 9 gennaio 2014, dal ministero della Cultura per 11,5 miliardi di euro, sborsati dall’Sga, società controllata dal dicastero dell’Economia, grazie all’impegno del ministro Massimo Bray e di un gran gruppo bancario italiano, al termine dell’11esima asta giudiziaria tenutasi alla sezione fallimentare del tribunale civile di Santa Maria Capua Vetere.
Saràa società acquirente a cedere il bene al Mibac dato che il Comune di San Tammaro, su cui sorge il Real sito, aveva già rinunciato al diritto di prelazione per consentire al ministero di pagare il debito contratto dal Consorzio di bonifica precedentemente proprietario del sito, che aveva portato il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, a disporre la vendita all’asta del complesso al prezzo base di 20 milioni di euro.
Scongiurato il rischio di vedere gli affascinanti luoghi affidati ai privati per scopi “poco culturali”, il monumento che versa in un vergognoso stato di abbandono, potrebbe finalmente ritrovare il suo antico splendore, come auspicato dal ministro in un tweet dedicato a Tommaso Cestrone, detto “l’angelo di Carditello”, il 48enne prematuramente scomparso che prestava che si dedicava spontaneamente alla manutenzione della Reggia, ed è ormai acclamato sulla rete come un vero eroe:

La Reggia costruita dall’architetto Francesco Collecini, allievo e collaboratore di Luigi Vanvitelli, e situato a circa quattro chilometri ad ovest al centro abitato San Tammaro, a metà strada tra Napoli e Caserta, Carditello è un complesso architettonico di stile neoclassico, destinato da Carlo di Borbone (1716-1788) a luogo per la caccia e l’allevamento di cavalli, poi trasformato, per volontà di Ferdinando IV di Borbone (1751-1752), in una fattoria modello per la coltivazione del grano e l’allevamento di razze pregiate di cavalli e bovini. Un esempio di imprenditoria illuminata che ha cominciato il suo lento declino già nel 1920, quando gli immobili e l’arredamento passarono dal demanio all’Opera Nazionale Combattenti e i 2070 ettari della tenuta furono lottizzati e venduti, per continuare a farsi spolpare nel 1943 dalle truppe tedesche, che vi stabilirono il proprio comando, in una tradizione di sottrazioni e razzie arrivata forse alla fine.

Via | pupia.tv/santa-maria-capua-vetere

Foto | Wikipedia

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ultimo aggiornamento: 09-01-2014