Le elezioni sono in assoluto uno degli eventi più seguiti all’interno di una nazione. L’Italia sotto elezioni ha il merito di essere uno dei paesi più attenti alla questione politica, poi purtroppo l’attenzione cala inesorabilmente. In concomitanza delle elezioni del 2013 che si svolgeranno il 24 e 25 febbraio, la Ceres con uno spot si è aggiudicata un carico di utenza a livello nazionale.

L’attenzione italiana alle elezioni si esplica con una massiccia presenza di politici presso le reti televisive e radiofoniche. L’italiano medio ama ascoltarli per appoggiarli o contestarli in qualsiasi ambito si trovi, perché la chiacchiera di qualsiasi livello a noi non è mai mancata. Questa abitudine genera una massa piuttosto ampia, e soprattutto trasversale a ogni categoria merceologica, di cui Ceres ha saputo genialmente approfittare, godendo quindi di un’attenzione sopra la norma. Tutto ciò a costo zero, non dovendo pagare sicuramente nulla per questa speciale sponsorizzazione, ricevendone al contempo profitto in cambio.

Lo spot che sta circolando è volutamente ambiguo, anche se difficilmente fraintendibile, e nella sua doppia comunicazione gioca sia a favore del voto che della pubblicizzazione del marchio. Da una parte fornisce utili indicazioni di voto, come quelle classiche che si vedono in tempi di elezioni, e dall’altra ci immette i propri consigli per gli acquisti.

La cosa divertente, o deprimente -fate voi- è che le indicazioni istituzionali sono assai scarse, se non qualcuna specifica per chi è impossibilitato a recarsi al seggio elettorale. Per il resto sembrerebbe esserci un grande vuoto comunicativo, che a maggior ragione occupa Ceres con i suoi spot tra il serio e il faceto.

Circa lo spot in sé, per la parte riferita all’immagine la grafica è accettabile, giovanile, ma soprattutto coerente con l’immagine istituzionale della Ceres, per cui appena ne vediamo il giallo e la font sappiamo subito di che prodotto si tratti. In merito alla parte testuale ci sono due parti, di cui una recita: Il 24 e 25 febbraio non astenetevi, e l’altra: L’Italia ha bisogno di eroi.

Entrambe non si capisce con certezza se siano un claim o un pay-off, perché hanno caratteristiche che porta a considerarli tali, e altre invece contrarie. Al di là delle definizioni però funzionano molto bene entrambi. Il primo perché -con buona pace degli astensionisti- gioca ancora una volta sull’ambiguità tra il non votare e il non bere, invitando invece a farlo, sia l’uno che l’altro.

Il secondo, comunicazione comunque più importante perché associata al logomarchio, richiama lo stesso diritto-dovere che viene enunciato prima, che investe il comune cittadino del proprio senso civico come qualcosa di eroico, facendo così della birra il tramite quasi magico per diventare a tutti gli effetti un eroe.

Riproduzione riservata © 2024 - PB

ultimo aggiornamento: 07-02-2013