Illustrazione
L’umanità confusa nella street art di Levalet
In questi giorni sui magazine online dedicati alla street art è apparso il lavoro di un francese di nome Levalet. I suoi paste-up non rappresentano niente di nuovo a livello tecnico, ma la sua visione è interessante a livello di contenuti.
Al secolo Charles Leval, Levalet ha cominciato a posizionare le proprie opere per strada non più tardi di un anno fa. Durante la prima fase del suo lavoro, quella esplorativa, scopre nicchie, scorci, anfratti, porzioni di muro che valuta interessanti. Li guarda da più prospettive e poi li misura. Torna a casa e comincia a disegnare su fogli di carta donne e uomini a grandezza naturale, protagonisti di un’umanità confusa ad affrontare “semplici” attività quotidiane.
Questi profili vengono scontornati e tagliati, pronti per essere affissi nei luoghi prescelti. Nella maggior parte dei casi i pezzi interagiscono quindi con l’ambiente urbano, in una straniante – a volte anche ironica, trasposizione dello spazio privato nel pubblico. Persone che si siedono e si sdraiano, magari a leggere un libro, ricreato proprio con la sua copertina originale. C’è un lettore in cima ad una colonna sdraiato a pancia in giù con un libro di Zola fra le mani, ed uno schermidore modello street che impugna un vero ombrello (scena quantomai macabra nella memoria recente italiana). Ammucchiate di bambini per strada (‘cicciammucchia‘) ed elettricisti comunali che lavorano di nascosto, nell’ombra.
Levalet espone le sue opere anche indoor, alla Galleria NUNC di Grenoble fino al 26 giugno ‘Allegorie – Di vizi e di virtù‘, con 26 dipinti a china su carta.