Che cosa rende un pallone da calcio così fluido, leggero e aerodinamico? Dietro alla sua progettazione c’è un’attenta analisi riguardo ogni campo, anche quello correlato al design. In queste ultime settimane non si fa altro che parlare dei Mondiali 2014, di come l’Italia sia riuscita a battere l’Inghilterra e di come tutti siano in attesa della seconda partita contro la Costa Rica: ma ci siamo chiesti che storia ruota intorno al pallone da calcio?

Stiamo parlando di un oggetto che, seppur di piccole dimensioni, è uno dei protagonisti indiscussi di ogni partita, sempre presente e pronto a prendere calci dai giocatori per finire in rete. Ogni edizione dei Mondiali ha visto un pallone, anche se inizialmente veniva prodotto come una normalissima palla da calcio con 32 pannelli di cuoio cuciti a mano. Già nel 2006 arriva la rivoluzione da parte di Adidas, con Teamgeist, composto da soli 14 pannelli. Nel 2010 il pallone Jabulani era composto da soli 8 pannelli, mentre quest’anno la palla Brazuca vede una composizione di soli 6 pannelli. Ma perché questa scelta?

Modifiche interessanti e che sono servite a migliorare le tecniche di gioco, analizzate da Sungchan Hong e dai suoi colleghi dell’Università di Tsukuba, in Giappone. Grazie all’impiego di una galleria del vento e di un robot è stato possibile dimostrare che il modo in cui viene creato un pallone influisce sulle traiettorie che percorre in aria. La resistenza aerodinamica è ciò che conta di più, poiché è una forza in grado di curvare e abbassare l’oggetto in modi del tutto inaspettati. Dal punto di vista estetico, più una palla è liscia maggiore sarà la sua resistenza aerodinamica con l’aumento della velocità. Infatti è per questo motivo che il nuovo pallone appare più leggero e veloce: viene realizzato con meno pannelli.

Brazuca vede l’aggiunta di piccole protuberanze, create per minimizzare l’effetto knuckleball quando la palla vola in aria. Dallo studio condotto dai giapponesi è emerso che la direzione verso cui punta il pallone influisce sulla resistenza, problemi che hanno “afflitto” i palloni realizzati in precedenza per gli altri Mondiali. Ad esempio, parlando di Jabulani e Teamgist, notammo uno spostamento molto più imprevedibile rispetto a un qualsiasi pallone. Brazuca è molto più affidabile, a discapito del suo orientamento. Questa particolare condizione è data dal modo in cui ogni pannello è stato disposto, oltre alla superficie ruvida impiegata per ridurre la resistenza.

Ovviamente tra un campo da calcio e una galleria del vento ci sono parecchie differenze, come sostiene il ricercatore Simon Choppin dell’Inghilterra, considerato il fatto che tra un passaggio e un tiro la rotazione è nettamente differente da quella proposta da una galleria del vento. Inoltre, va precisato che non è stato simulato “lo stop” di un passaggio da parte dei giocatori da oltre 30 metri con un difensore pronto a marcarli. Choppin sostiene che sì, i giapponesi hanno valutato la resistenza secondo temperatura e umidità, ma una volta scesi in campo tutto cambia. Jay Cooney, un allenatore in seconda dello Sky Blue Fc, sostiene che la differenza fra un pallone e l’altro è piuttosto elevata: i giocatori devono abituarsi alla nuova palla, considerate le traiettorie diverse. Nonostante l’idea vincente di un pallone perfetto dal punto di vista aerodinamico e quindi molto più affidabile dei precedenti, Cooney non rinuncerebbe all’imprevedibilità dei palloni sperimentati durante i mondiali.

Via | National Geograpich

Foto | Courtesy credit Daniel KarmannPicture Alliance/DPA/AP

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ultimo aggiornamento: 18-06-2014