Arte e cultura
Natività mistica: storia dell’opera di Sandro Botticelli
La storia della “Natività mistica” di Sandro Botticelli

La “Natività mistica” è un’opera di Sandro Botticelli dipinta nel 1501. E’ un olio su tela, grande 108,5 × 75 cm ed è conservato alla National Gallery di Londra (il museo londinese infatti acquistò il dipinto nel 1848).
Non si conosce la storia esatta dietro la realizzazione di questo quadro, ma si pensa che originariamente fosse destinato alla devozione privata di qualche famiglia nobiliare. La “Natività mistica” è comunque molto importante nella biografia dell’artista fiorentino per due motivi: prima di tutto è l’unica opera firmata e datata da Botticelli, e secondariamente è considerata come ultimo capolavoro del pittore. Botticelli infatti negli anni precedenti alla sua morte attraversò un lungo periodo di inattività: nel 1502 scrisse una lettera a Isabella d’Este offrendosi per lavorare alla decorazione del suo studiolo, e morì isolato e in povertà il 17 maggio 1510.
Come già si evince dal nome, la rappresentazione della natività è carica di simbolismi, e combina il tema della nascita di Cristo con quello della sua ‘seconda venuta’ (il ritorno sulla Terra prima del Giudizio Universale).
Botticelli voleva far entrare il dolore ed il pathos nei suoi lavori per coinvolgere lo spettatore, ma non venne capito dai suoi contemporanei. La struttura del quadro infatti è arcaica e si rifà all’iconografia medievale che ordinava le figure in base alla gerarchia religiosa, rinnegando così la costruzione prospettica – un passo indietro notevole -. Il soggetto principale è un’adorazione del Bambino con Maria, Giuseppe, i pastori, i Magi e i cori angelici. Al centro della scena c’è la grotta della natività, da cui si intravede anche il bosco sullo sfondo. Intorno, sia al lati, che nella parte inferiore e quella superiore, ci sono gruppi di angeli.
