Il noto artista Omar Pedrini, ex Timoria, è ora ricoverato all’Humanitas Gavazzeni di Bergamo per l’ennesimo possibile problema al cuore.
I problemi di cuore, il possibile nuovo intervento e la musica che lo calma e lo distrare. Parliamo di Omar Pedrini, ex Timoria, che ha rilasciato una bella intervista al Corriere della Sera durante la quale ha affrontato la sua malattia e ha spiegato come ci si sente a dover convivere con tali problematiche.
Omar Pedrini, il problema al cuore e gli interventi
“Mi è stato scoperto un affaticamento cardiaco importante. E il mio cardiologo, Alberto Lanzone, che è diventato un amico, mi ha consigliato l’Humanitas Gavazzeni (dove è ora ricoverato), dove ha lavorato per cinque anni, per compiere accertamenti ed esami di alto livello. Ho anche un cuore un po’ ipertrofico, più grande del normale”, ha spiegato Omar Pedrini sulla sua attualità e sul fatto che convive da anni con gravi problemi a livello cardiaco.
Il racconto sulla sua patologia spiega bene quanto vissuto dall’artista: “Ho subìto sei interventi con altrettante anestesie totali, quattro dei quali nell’ultimo anno e mezzo. Da plurioperato, il mio corpo quasi bionico ha mille coaguli, aderenze, protesi, non è terreno facile per un chirurgo. Usare la tecnica robotica e non dovermi aprire è un grande vantaggio. Sto aspettando con ansia il parere dei dottori Agnino, Paolo Panisi e Valentina Grazioli”.
Rispondendo alla domanda sul come abbia scoperto il più recente affaticamento al cuore: “Casualmente. In agosto ero al mare a Badalucco, in Liguria, con la famiglia e sono stato ‘tamponato’ mentre spingevo mio figlio Faustino sul passeggino. Sono finito al pronto soccorso di Sanremo: quando ho detto ai medici che avrei preferito essere all’Ariston a cantare piuttosto che con loro, ci siamo messi a ridere. Era sabato sera e mi hanno dimesso. Ma essendo stato operato all’aorta, mi erano venuti dei dubbi”.
Sospetti che lo hanno portato a Bologna, dove aveva subìto l’intervento, per una tac che lo ha portato a scoprire che “la botta dell’incidente mi aveva squarciato i punti. Dopo l’operazione per richiuderli, a settembre, mi è stato diagnosticato l’affaticamento alle valvole cardiache”.
Convivere col problema cardiaco
Sul come fa a vivere con questa spada di Damocle sulla testa: “Tutti ne abbiamo una: è sostenuta da un crine di cavallo, il mio è solo più sottile della media. E come me c’è chi ha una malattia oncologica o infettiva, come si è visto a Bergamo e Brescia, dove la pandemia ha spazzato via una generazione”.
“Di sicuro la spada di Damocle ti porta a essere a posto con la tua coscienza ogni volta che chiudi gli occhi; a comportarti meglio nei rapporti umani: non hai voglia di litigare se domani hai una visita per cui preghi Dio che vada bene. E poi, ti godi il presente. Non immagina con che occhi guardo i miei bambini…”.
Ma nonostante tutto, la musica è sempre presente: “Sto dando gli ultimi ritocchi di vernice al mio nuovo disco che uscirà a maggio, anticipato dal singolo in aprile. La musica toglie l’ansia, mi distrae […]” ,ha spiegato Pedrini.
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