Maestoso e imponente, rispetto alla piazza della Rotonda in cui sorge, il Pantheon è un esempio che racchiude tutte le caratteristiche dell’architettura romana. La cupola, il pronao con colonne di granito come l’ingresso di un tempio greco, deve la sua pianta circolare al progetto voluto dall’imperatore Adriano. L’imperatore lo ricostruì nel 118-125 su un edificio rettangolare di Agrippa di cui cercò di cancellarne la memoria. Della sua funzione di tempio come luogo di culto dinastico per i protettori della Gens Iulia (Marte e Venere), nei due secoli di abbandono nessuno se ne curò. Fin quando poi passò per donazione dell’imperatore al papa Bonifacio IV, che lo trasformò in chiesa per la Madonna e tutti i martiri, con il trasporto dei loro resti.

Pantheon: persone sepolte

Santa Maria della Rotonda, così chiamato cristianamente il Pantheon non fu solo luogo per i martiri, ma nel Rinascimento le personalità illustri si guadagnarono la sepoltura all’interno delle sue nicchie. Pittori, re e architetti illustri: Annibale Carracci, (pittore) Arcangelo Corelli (musicista), Giovanni da Udine (pittore), la regina Margherita di Savoia (moglie di Umberto I), Perin del Vaga (pittore), Baldassarre Peruzzi (architetto), Raffaello Sanzio (pittore e architetto), il re Umberto I di Savoia, Flaminio Vacca (scultore), il re Vittorio Emanuele II di Savoia, Taddeo Zuccari (pittore manierista).

Qui giace Raffaello: da lui, quando visse, la natura temette d’essere vinta, ora che egli è morto, teme di morire.

Questo è l’epitaffio che Bembo, poeta e amico di Raffaello fece trascrivere sulla sua tomba. La scultura di una dolce Madonna con il Bambino del Lorenzetto, ornano la sepoltura di uno dei più grandi maestri dell’arte. A Roma Raffaello si stabilì nel 1509, quando fu chiamato dal papa Giulio II. Fino al 1520, anno della sua morte, l’artista assorbì gli stimoli della città dove anche Bramante e Michelangelo lavoravano. Le opere ai musei Vaticani, alla Farnesina, i numerosi ritratti, pale d’altare e progetti architettonici per la basilica di San Pietro e Piazza del Popolo, lasciano solo intuire la grande fama del maestro che a Roma lasciò una bottega di pittura. Perin del Vaga, Giovanni da Udine collaboratori di Raffaello e Baldassar Peruzzi, sepolti nel Pantheon, appartengono allo stesso contesto di esplosione culturale e promozione artistica di quel periodo.

Vicino a Raffaello un altro pittore: Annibale Caracci morto a Roma nel 1609, che sintetizzò tutti i principi dell’arte rinascimentale nella bottega. La sua fama dalla città natale Bologna si estese fino a Roma, dove fu chiamato a decorare il piano nobile di Palazzo Farnese. Oltre alla committenza papale, Annibale Caracci lasciò numerose tracce artistiche del suo passaggio come l’Assunzione della Vergine nella chiesa di Santa Maria del Popolo e il paesaggi religiosi alla Galleria Doria Pamphili.La morte, fu più dolce accanto al venerato Raffaello come da sua volontà.

Emiliano anche Arcangelo Corelli violinista del settecento che si stabilì a Roma nel 1681 dove divenne maestro del Cardinal Pamphili.
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E poi i reali d’Italia, la cui sepoltura dopo le vicende novecentesche fu molto contestata: il re Umberto I di Savoia, la regina Margherita e Vittorio Emanuele II. La prima sovrana d’Italia Margherita, sposa di Umberto I successe al trono a Vittorio Emanuele dopo la sua morte nel 1878. Scelse Roma anche dopo la morte del marito Umberto I per mano dell’anarchico Galli. Nella capitale ebbe sempre un’accoglienza calorosa grande promotrice delle arti e benefattrice dal grande fascino. La sua tomba è riconoscibile per l’altare in porfido dello scultore Giuseppe Sacconi, artista della post unità che progettò il Vittoriano.

Foto del Pantheon di Roma e delle sue sepolture illustri.

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ultimo aggiornamento: 30-11-2014