Dal 21 novembre 2023 è scattato l’obbligo del parental control sugli smartphone dei minori: ecco quali sono i pro e i contro della funzione.
E’ finalmente scattato l’obbligo del parental control sugli smartphone dei minori. Una funzionalità tanto decantata dal Governo, ma che presenta numerosi pro e altrettanti contro. Vediamo come si attiva e in quali casi è già attiva e, soprattutto, quali sono le pecche.
Parental control: scatta l’obbligo sugli smartphone dei minori
A partire dal 21 novembre 2023, è scattato l’obbligo del parental control sugli smartphone dei soggetti che hanno meno di 18 anni. Per i minori che hanno una sim intestata o un piano tariffario dedicato, la funzione è attiva in modo automatico. In caso contrario, quindi se la scheda fa capo ai genitori, sono loro a dover richiedere l’attivazione del servizio. Prima di vedere i pro e i contro, vediamo cosa devono fare mamma e papà per abilitare il sistema.
I genitori, per limitare o bloccare l’accesso a siti o app che possono essere inappropriati o dannosi per i minori, devono contattare il proprio operatore telefonico. L’attivazione si ottiene con diverse modalità:
- codice pin con cui abilitare o disabilitare il parental control automatico;
- spid con cui gestire il parental control automatico dal sito dell’operatore;
- area riservata dove accedere con le proprie credenziali e modificare le impostazioni del parental control automatico.
- codice Otp via sms o via mail per accedere al parental control automatico per un tempo limitato.
Attivato il parental control, il genitore avrà la certezza che i minori non accedano a siti che trattano: contenuti per adulti, gioco d’azzardo e scommesse, armi, violenza, odio e discriminazione, promozione di pratiche che possono danneggiare la salute individuale e anonymizer.
I pro e i contro del parental control automatico
Anche se l’Agcom e il Governo hanno sbandierato con fierezza l’introduzione del parental control, ci sono diversi contro che non possiamo fare a meno di evidenziare. Il pro, come avrete facilmente intuito, è uno: l’assoluto controllo da parte dei genitori sulle attività virtuali dei figli. E’ il caso di dire, però, fatta la legge trovato l’inganno: i ragazzini, specialmente quelli più abili, possono facilmente aggirare il controllo. Magari, semplicemente usando altri dispostivi.
Inoltre, non essendo una funzione automatica, alcuni genitori possono non aver voglia di seguire la procedura che, seppure veloce, resta sempre una procedura. Tutto qui? Ovvio che no. Magari i figli non sono d’accordo e si creano discussioni infinite, che nella maggior parte delle volte si concludono con un cedimento da parte di mamma e papà. Ciliegina sulla torta: il sistema potrebbe considerare pericolosi contenuti che in realtà non lo sono e, di conseguenza, sottrarre ai minori informazioni che potrebbero essere interessanti.
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