A distanza di tre anni dall’ultima modifica, nella scuola primaria cambia la pagella: il Governo ha deciso che si torna ai giudizi sintetici.
Dopo aver detto addio ai voti e ai giudizi per introdurre un’altra votazione, nella scuola primaria si torna indietro. Con un emendamento, il Governo ha stabilito che la pagella deve cambiare nuovamente. Per la gioia di insegnanti e genitori, le schede del prossimo anno scolastico saranno compilate con i vecchi ottimo, buono e via dicendo.
Scuola primaria, il Governo ha deciso: cambia la pagella
A distanza di tre anni dall’introduzione della pagella con giudizi descrittivi, il Governo ha deciso di fare marcia indietro. A partire dall’anno scolastico 2024/2024, gli alunni della scuola primaria torneranno ad essere valutati con i giudizi sintetici. Questo significa che i genitori troveranno sulle schede voti comprensibili e non più ostici: da ottimo a insufficiente.
Per la gioia degli insegnanti e delle stesse famiglie, la pagella non dovrà più essere compilata con dei giudizi che, seppur definiti descrittivi, non hanno fatto altro che confondere le idee. I cari “in via di acquisizione, base, intermedio, avanzato” voluti dall’ex ministro Lucia Azzolina, finiranno – si spera – nel dimenticatoio.
A prendere questa decisione è stato il Governo Meloni, che ha inserito un emendamento ad hoc nel disegno di legge sulla revisione del voto in condotta. L’ultima parola spetta alla Commissione istruzione del Senato, ma la relatrice Carmela Bucalo (FdI) non ha alcun dubbio: le famiglie sono “disorientate” e hanno “bisogno di chiarezza e immediatezza“.
Cambio voto in pagella: alcuni pedagogisti non sono d’accordo
Anche se il cambio voto in pagella nella scuola primaria sta entusiasmando insegnanti e genitori, alcuni pedagogisti non sono d’accordo. Dario Ianes, docente ordinario di Pedagogia e Didattica Speciale all’Università di Bolzano e co-fondatore del Centro Studi Erickson di Trento, ha dichiarato: “In generale, abolirei proprio il voto: passerei a una valutazione formativa. (…) Molti insegnanti vedono il voto anche come uno strumento di controllo. Inoltre, dare una valutazione è molto più impegnativo che assegnare un voto“.
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