Cinema
Sette anni in Tibet: ecco la storia vera e le differenze con il film
Sette anni in Tibet è tratto dalla storia vera dell’alpinista Heinrich Harrer: ecco quali sono le differenze con il film.
Nel 1997 usciva nelle sale cinematografiche Sette anni in Tibet, uno dei film più celebri tra i tanti interpretati da Brad Pitt. La storia raccontata è quella dell’alpinista ed esploratore austriaco Heinrich Harrer che, durante gli anni della seconda guerra mondiale, ha vissuto da rifugiato in Tibet (all’epoca stato indipendente) dove è stato precettore del Dalai Lama Tenzin Gyatso, all’epoca giovanissimo, prima di tornare in Europa quando la guerra era ormai finita e la Cina aveva annesso il Tibet. Vediamo ora qual è la storia vera e quali sono le differenze con il film Sette anni in Tibet.
Sette anni n Tibet: la storia vera e le differenze con il film
Per girare Sette anni in Tibet il regista Jean-Jacques Annaud si è basato sul romanzo autobiografico scritto da Heinrich Harrer nel 1953. Ci sono però delle differenze con la storia raccontata nel film.
A inizio pellicola Harrer, in partenza dalla stazione, viene definitivo “eroe tedesco” dalle autorità e lui risponde: “Grazie, ma sono austriaco”. Una frase che in realtà non ha mai pronunciato, anche perché nel 1939 dire quella frase sarebbe stata un’esplicita avversione al regime nazista e avrebbe potuto avere delle conseguenze. Harrer, inoltre, è stato anche un SS.
L’incontrò tra i negoziatori cinesi e quelli tibetani nella realtà non è mai avvenuto. E all’epoca non esisteva neppure l’aeroporto di Lhasa. In generale tutta la storia dei negoziati tra Cina e Tibet si discosta molto dalla realtà.
Il Governo cinese, quando il film uscì, si infuriò per come venivano rappresentati soldati cinesi, che nel film sono autori di diversi comportamenti brutali nei confronti della popolazione tibetana. Per questo motivo Brad Pitt e l’altro grande protagonista del film, David Thewlis, sono stati banditi dalla Cina.