Impegnativa ma allo stesso tempo produttiva, la Shirshasana porta con sé tanti benefici per il corpo. Andiamo a vedere come fare questa posizione dello yoga.

Chiamarla solo verticale sarebbe riduttivo, anche perché la Shirshasana è una delle posizioni cardine dello yoga. In particolare è una delle asana più popolari. Oltre ad essere molto  impegnativa, però, porta con sé tanti benefici per il corpo. Andiamo a scoprirli e a vedere come compierla nel modo corretto.

Shirshasana, la posizione dello yoga: benefici e come farla

Shirshasana yoga
yoga

Come detto, la Shirshasana è una delle posizioni più importanti dello sport dello yoga. È molto  impegnativa ma allo stesso tempo, se messa in atto nel modo giusto, ha anche numerosi effetti benefici. Non solo a livello fisico.

Infatti, così come lo yoga in generale, l’aiuto che questa posizione può fornire per affrontare e superare alcuni nostri limiti e nostre paure è significativo.

Il nome di tale posizione deriva dal sanscrito Shirsha (testa) e Asana (posizione). Nel corso del tempo è diventata l’icona dell’Hatha Yoga tradizionale. Viene considerata il re delle asana – mentre la regina è Sarvangasana, la posizione della candela -. Il motivo, come è facilmente intuibile, è da ricercare nei beneifici per il fisico e per la mente.

Tale posizione appartiene alle quelle invertite: la testa è appoggiata al pavimento con l’aiuto delle braccia e i piedi sono verso il cielo.

Di seguito un post Instagram dell’account superfigureBaku con un esempio della posizione in questione:

Ma quali sono i benefici? Le posizioni invertite sono riconosciute stimolanti dal punto di vista cerebrale e rilassanti dal punto di vista fisico. In modo particolare il sangue arterioso viene spinto nel cervello e questa maggior affluenza riattiva l’attività cerebrale, migliorando l’attenzione e contribuendo a combattere l’ansia e la depressione proprio perché stimola la lucidità di pensiero. 

Secondo diversi studi, l’aumento del flusso sanguigno stimolerebbe la ghiandola pituitaria e di conseguenza darebbe una mano al miglioramento del sistema endocrino e della funzione tiroidea.

Come farla

Quale è il procedimento corretto per eseguire tale posizione? In primo luogo occorre avere una base che non sia troppo morbida ma neppure troppo dura. Il tappetino da yoga piegato più volte può essere una pratica soluzione.

Per i meno esperti è consigliabile posizionarsi davanti ad un muro in modo che se si dovesse perdere l’equilibrio ci sia un sostegno. Dalla posizione seduta con i glutei sui talloni, cominciare ad attivare leggermente l’addome in modo da percepire la forza e la stabilità. Spingere l’ombelico verso la colonna e raddrizzare la schiena. Bisogna fare attenzione ad evitare di creare un’eccessiva curvatura della zona lombare.

Successivamente bisogna piegarsi in avanti e appoggiare gli avambracci saldamente a terra. L’apertura dei gomiti non deve superare quella delle spalle.

A quel punto occorre intrecciare le dita delle mani formando una sorta di coppa che si avvolgerà alla nuca. Non appoggiate la fronte ma la parte alta della nuca! Distribuire il peso sugli avambracci in modo uniforme è importante per procedere al meglio nella posizione.

Ora bisogna puntare i piedi e stendere le gambe. Le dita intrecciate devono sempre avvolgere la parte posteriore della testa. Gli step finali prevedono di allungare le gambe e cercare di camminare con i piedi verso la testa, immaginando di volerli avvicinare il più possibile al volto.

Raggiungere il punto in cui la schiena si trova in posizione verticale. Da qui mantenere questa posizione per qualche secondo in modo da stabilizzare il corpo e la pressione arteriosa. 

Cercare di sollevare un piede da terra e flettere il ginocchio. Aiutatevi con una spinta addominale decisa. Quando vi sentirete sicuri dovete, sollevare anche l’altro piede sempre accompagnando il movimento con la spinta dell’addome.

Riproduzione riservata © 2024 - PB

ultimo aggiornamento: 22-11-2022