Da dieci mesi, precisamente dal 20 maggio 2015, Palmira è caduta nelle mani dell’Isis. Oggi nella località in cui si trova il più importante sito archeologico della Siria e uno dei più importanti del Medio Oriente, sono entrate le truppe delle forze governative siriane coadiuvate dai russi. Le truppe hanno conquistato la zona nord della città, quella nella quale si trovano gli alberghi. La totale riconquista di Palmira, per ora solo parziale, sarebbe una tappa importante sulla strada delle zone orientali del Paese in mano allo Stato Islamico.

Il centro storico è ancora in mano ai militanti dell’Isis, ma a Damasco c’è chi è sicuro che il sito archeologico tornerà all’antico splendore:

“Siamo molto felici perché la città sta per essere liberata, stiamo aspettando alle porte. La battaglia per la liberazione di Palmira riguarda tutto il mondo non solo i siriani, perchè è parte del patrimonio dell’umanità”,

afferma Maamoun Abdulkarim commentando la notizia dell’imminente cacciata del califfato nero.

L’anno scorso, la notizia dell’uccisione di Khaled Asaad, l’ottantaduenne capo del sito archeologico di Palmira e della distruzione di alcuni templi da parte dei Jihadisti dello Stato islamico, aveva fatto il giro del mondo provocando grandissimo sdegno. Abdulkarim ha detto che i lavori inizieranno con la ricostruzione del tempio di Bel e di Baalshamin. Si tratterà di un lavoro che i tecnici siriani compiranno insieme a quelli della cooperazione internazionale. Sempre che la riconquista, per ora solo parziale, venga portata a termine.

Via | Askanews

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ultimo aggiornamento: 24-03-2016