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Vanessa Gravina: “Bullizzata perché carina e famosa. Feci quasi lo scalpo ad una bambina”
La nota attrice e regista teatrale Vanessa Gravina ha raccontato diversi aspetti della sua vita come il bullismo subito da piccola.
Una carriera nata, in pratica, dal suo primo giorno di vita. Vanessa Gravina, nota attrice e regista teatrale, conosciuta anche per il suo ruolo di contessa Adelaide ne ‘Il Paradiso delle Signore’, si è raccontata a 360° al Corriere della Sera dove spiccano i racconti sul bullismo subito in giovanissima età a seguito di una copertina per Vogue.
Vanessa Gravina, il successo e il bullismo
“Quando la mia immagine comparve sulla copertina di Vogue, i miei compagni di scuola me la fecero trovare sul banco tutta storpiata con vari segnacci: mi disegnarono i baffi, le occhiaie, i brufoli… Avrò avuto 7 o 8 anni e rimasi molto male”, ha raccontato la donna. “Ero un’ingenua e fino a quel momento non sapevo cosa fosse l’invidia. Non è vero che i ragazzini non sono invidiosi, possono essere feroci”.
“E aggiungo che sono stata spesso bullizzata. Il bullismo non avviene solo nei confronti di persone con problemi fisici, ma anche nei riguardi di chi ha successo… e io ero carina e pure famosa…”.
Il successo dalla culla
Come detto, il successo di Vanessa Gravina arriva fina dai primi giorni di vita quando ancora era in culla: “Le persone erano attirate dal fatto che, al contrario degli altri bambini un po’ pelatini, io avevo una massa in testa di capelli corvini e un paio d’occhi verde smeraldo: ero diventata l’attrazione dell’ospedale. Poi mia zia, che aveva un’agenzia pubblicitaria, chiese ai miei genitori se poteva mandare in giro le mie foto e da lì ho cominciato a lavorare come una pazza. Ho fatto campagne pubblicitarie in tv e su tante riviste, compresa Vogue. Per farmi contenta, mi regalavano tanti giocattoli, comprese le adorate Barbie”.
Proprio per questa “carriera” iniziata fin da subito, l’attrice ha raccontato di aver perso un po’ della bellezza della sua infanzia: “Un’infanzia un po’ perduta, ed essendo diventata adulta subito non l’ho recuperata. Sì, sono periodi della mia vita che mi sono mancati per il senso di responsabilità che ho sempre nutrito nei confronti del lavoro e poi perché mi piaceva quello che facevo, e mi piace tuttora”.
“Essere una piccola star era complicato: venivo vista come ‘quella diversa’, che non aveva tempo di giocare, che partiva per i set, e il rapporto con i coetanei è stato molto tosto. Vivevo costantemente in mezzo agli adulti, gente figa, certo, che mi apriva la testa, ma poi tornare nella pipinara dei compagni era dura…”.
La risposta al bullismo
Tra i vari passaggi dell’intervista anche un episodio nel quale la Gravina conferma di avere un forte carattere: “Di solito incassavo, ma non sempre. Ricordo una volta che una ragazzina, evidentemente invidiosa, mentre eravamo nei giardini della scuola durante la ricreazione, prima mi fa le smorfie, poi mi allenta un calcio terribile e scappa. Mi accascio per il dolore, lì per lì non dico niente, ma la vendetta è un piatto che va servito freddo. Qualche giorno dopo, mi capita a tiro e, siccome aveva ricominciato a farmi le boccacce, le sono saltata in testa: un’aggressione talmente forte che mi sono ritrovata un ciuffo dei suoi capelli in mano. Le ho fatto quasi uno scalpo… e non si è più permessa di offendermi”.