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Videogiochi horror anni Ottanta: i titoli storici
Anche gli anni Ottanta hanno saputo regalarci una serie di storici videogiochi horror. Ecco i titoli più famosi (incluso il mitico Ghosts’n Goblins).
È un dato di fatto che, per i cosiddetti survival horror gli anni d’oro siano stati gli anni Novanta. È in questo periodo, infatti, che hanno mosso i loro primi, terrorizzanti passi saghe come Residente Evil o Silent Hill. Anche per il mitologico Alone in the Dark dobbiamo attendere il 1992. Tuttavia negli anni Ottanta qualche brivido anticipatorio di quello che sarebbe poi successo nei decenni successivi lo avevamo già provato con alcuni titoli o per cabinati o per console. Ecco dunque alcuni videogiochi horror degli anni Ottanta storici, famosi e intramontabili nei nostri cuori.
Videogiochi horror anni Ottanta: Ghosts’n Goblins
È del 1985 il mitico Ghosts’n Goblins. Inizialmente proposto come cabinato, ben presto arrivò su diverse console. Questo platform a scorrimento orizzontale aveva come protagonista il cavaliere Arthur: a lui spettava il compito di attraversare livelli infestati da mostri, zombie e fantasmi per salvare la fanciulla rapita dal perfido Astaroth, un demone con due facce.
Recentemente Nintendo ha proposto un remake dal titolo Ghosts’n Goblins Resurrection. Anche qui la storia del gioco è sempre la stessa: il cavaliere Arthur e la sua principessa si stavano godendo un pomeriggio in compagnia, quando il Signore dei Demoni arriva e rapisce la ragazza. Ovviamente Arthur deve partire a salvarla.
Uninvited
Nel 1986 arriva Uninvited, videogioco horror con visuale in prima persona. La trama è quella classica di molti giochi e film del genere. Il protagonista si sveglia a bordo dell’auto: il veicolo è distrutto, ma davanti a lui c’è giusto una bella villa tetra. Così decide di entrarci per cercare aiuto. Ah, anche per cercare il fratello minore o la sorella maggiore, dipende dalle versioni.
A prima vista la villa appare deserta, ma ben presto si palesa il primo non morto. Si scopre così che la casa apparteneva a un mago che aveva parecchi apprendisti. Uno di questi, Dracan, quello più abile, venne corrotto dal Male e uccise tutti gli altri abitanti con la sua magia, ripopolando poi la casa con mostri.
La cosa veramente angosciante è che è un gioco a tempo: se si supera il tempo limite previsto, il Male prenderà possesso del protagonista e lo trasformerà in non morto.
Castlevania
Anche il primo Castlevania, prodotto da Konami, vide la luce nel 1986. Gioco horror/fantasy, qui abbiamo come protagonista Simon Belmont, cacciatore di vampiri e armato con la frusta Vampire Killer. A lui il compito di fronteggiare Dracula e le sue schiere in Transilvania. Anche in questo platform non mancano mostri e svariate legioni di non morti.
Classico platform a scorrimento, anche qui bisognava attraversare diversi livelli con boss finale, fino ad arrivare a sconfiggere il Conte Dracula.
Cauldron
Nel 1985 abbiamo anche Cauldron. Sempre un gioco platform a scorrimento orizzontale, questa volta al posto di essere dei cavalieri a piedi, siamo una strega che, a bordo della propria scopa volante, deve superre tutti i livelli, evitando di sbattere di qua e di là. Lo scopo della strega è quello di raccogliere gli ingredienti necessari a preparare un incantesimo per eliminare il capo delle zucche e ritrovare la scopa d’oro. Il tutto evitando fantasmi e vari mostri. Un titolo decisamente azzeccato per Halloween.
Chiller
Particolarmente truculento e disturbante Chiller del 1984. Era un gioco molto truce e violento, tanto che in molti rifiutarono tale titolo. Questa volta si trattava di uno sparatutto in cui bisognava sparare a personagi imprigionati in sale di tortura. Inoltre bisognava anche azionare dei macchinari per farli soffrire di più. Decisamente un titolo che ha fatto storcere il naso a molte persone.
Menzione d’onore
Una menzione d’onore spetta a Ghouls’n Ghosts del 1988, ideale seguito di Ghosts’n Goblins. Perché menzione d’onore? Perché fu il primo titolo che comprai non appena mi regalarono il Sega Master System II, quindi il gioco mi è rimasto nel cuore. Così come alcune sue meccaniche di gioco, come l’abbinata fra scarpe dell’armatura d’oro con armature di classe inferiore che conferivano una capacità di scivolata inattesa.
Si tratta di un platform sparatutto a scorrimento multidirezionale. Il protagonista è il cavaliere Arthur: il prode dovrà sconfiggere le forze del male guidate da Lucifero o Loki, dipende dalle versioni, per salvare il popolo e la principessa Hus. Attraversando cimiteri, rovine e una fortezza sotterranea, ottenendo armature di livello di protezione sempre crescente, bisognerà affrontare mostri di vario tipo e genere. Se colpiti, si perdono vite e armatura, rimanendo in mutande.
Un’altra cosa buffa erano gli stregoni nascosti nei forzieri: potevano trasformarti temporaneamente o in una papera o in un vecchietto decrepito.
Ultima particolarità che, all’epoca, ignara neo giocatrice inesperta non sapevo: per finire il gioco bisognava completare il gioco per due volte.
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