Quali sono le caratteristiche che rendono un prodotto “biologico”? A spiegare le regole dell’alimentazione biologica è Suolo e Salute, organismo di controllo e certificazione per l’agroalimentare e l’ambiente che in occasione di SANA 2013 la sua Guida all’etichettatura dei prodotti biologici. Un vademecum pensato per gli operatori del settore da cui, però, è possibile estrapolare informazioni utili anche ai consumatori che vogliono capire cosa si nasconde dietro alle certificazioni bio.

Pinkblog ha pensato di farlo per voi. Ecco, quindi, quali sono i requisiti stabiliti per legge che permettono ai produttori di attribuire ad un alimento la denominazione “bio”.

I prodotti agricoli non trasformati biologici contengono solo ingredienti di origine agricola, tutti rigorosamente biologici e sono ottenuti senza utilizzare ogm o prodotti derivati o ottenuti dagli ogm.

Nei prodotti con almeno il 95% di ingredienti bio, invece, gli ingredienti biologici sono almeno il 95% in peso degli ingredienti di origine agricola; la restante parte può essere formata solo da particolari alimenti consentiti dalla normativa vigente. Non sono ammessi ogm o loro derivati, non è possibile mescolare un ingrediente biologico e lo stesso ingrediente non biologico e non è ammesso l’uso di radiazioni ionizzanti. Le uniche sostanze che possono essere utilizzate nella loro produzione sono alcuni specifici additivi e ausiliari di fabbricazione, preparazioni a base di microrganismi e di enzimi, aromi o preparazioni aromatiche naturali e sostanze minerali, vitamine, aminoacidi e altri micronutrienti il cui uso è previsto per legge.

Le regole riguardanti ogm, le radiazioni ionizzanti e le sostanze utilizzate per la produzione valgono anche per i prodotti con ingredienti bio e non bio in proporzioni variabili (in cui gli ingredienti bio sono inferiori al 95% degli ingredienti di origine agricola) e i prodotti della caccia e della pesca (in cui tutti gli altri ingredienti di origine agricola devono essere biologici). Contrariamente alle precedenti, nessuna di queste due categorie di prodotti può riportare il logo biologico dell’Unione Europea, ma essere marchiato con loghi di altri organismi di controllo.

Infine, esiste una serie di prodotti in conversione all’agricoltura biologica. Si tratta di prodotti composti da un solo ingrediente di origine agricola vegetale per il quale è stato rispettato un periodo di conversione di almeno dodici mesi prima del raccolto. Sull’etichetta, che non può riportare il logo biologico dell’UE, può essere riportata la dicitura “prodotto in conversione dall’agricoltura biologica”.

Cosa dire, invece, del vino e dei suoi derivati? In questo caso il 100% delle uve utilizzate per la preparazione deve essere bio, così come lo zucchero, i mosti certificati rettificati ed eventuali acquavite di vino, alcol alimentare rettificato o alcol di origine viticola. Attenzione però: mentre il vino da uve biologico non può essere marchiato con il logo biologico dell’UE, quest’ultimo è obbligatorio per il vino biologico. In sua assenza, diffidate di qualsiasi produttore.

Foto | @si.sol.

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ultimo aggiornamento: 13-09-2013