Cala di nuovo il buio sul caso di Yara Gambirasio. Il pedofilo di Padova, attualmente in carcere a Brouge, non sarebbe il killer della ragazzina. È quanto si apprende da un Twitter della trasmissione Quarto Grado che ha anticipato i risultati del test del Dna, non ancora resi pubblici. L’esame quindi dovrebbe scagionare – almeno per questo delitto – Lorenzo B. e far cadere un’altra importante pista, che poteva segnare una svolta definitiva nelle indagini.

Come mai si era arrivati a pensare che quest’uomo potesse essere l’assassino della ragazzina di Brembate di Sotto? Da anni si sosteneva che dietro a questo atroce morte potesse esserci un caso di pedofilia. I sospetti si sono trasformanti in potenziali prove, dopo un’intervista pubblicata dal settimanale Giallo in cui una donna raccontava le molestie subite dalla sua bambina da parte di un uomo di circa 50 anni di Padova.

È poi emerso che l’uomo avrebbe rubato il profilo Facebook della ragazzina per lasciare messaggi morbosi a Yara, da cui era ossessionato. Non è tutto. Tale Lorenzo B. era un amante della ginnastica ritmica e, secondo le prime ricostruzioni, sarebbe cresciuto in un orfanotrofio, perché abbandonato da piccolo. Tutto sembrava quadrare, considerando che l’unico indizio reale in mano alle autorità è il test del Dna del materiale genetico trovato sugli indumenti di Yara e quello dell’autista di Gorno, morto negli anni Novanta.

Ricordiamo che il famoso ignoto 1, ovvero il killer, dovrebbe essere un figlio illegittimo Giuseppe Guerinoni, probabilmente adottato e che oggi dovrebbe avere circa 50. Durante le indagini, però, tutti i sospetti sono caduti nel giro di pochi giorni: il pedofilo non si trovava in Italia durante l’omicidio di Yara e c’è anche il dubbio che il pedofilo di Padova sia realmente lo stesso uomo incarcerato in Francia. Ora, la prova definitiva: l’esame del Dna scagiona definitivamente Lorenzo B.

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ultimo aggiornamento: 18-10-2013