Il disturbo noto come “dita a scatto”, ovvero morbo di Nitta, se trascurato può portare ad un vero e proprio blocco del dito interessato, che più frequentemente è il pollice (ma possono esserne colpiti anche il medio e l’anulare).

All’origine abbiamo una infiammazione del tendine del dito interessato. Sono soprattutto le donne ad essere soggette al problema delle dita a scatto, e in particolare coloro che soffrono di malattie infiammatorie osteo-articolari come artrosi e artrite. Me esattamente quali sono le cause di questa infiammazione?

Per comprenderlo dobbiamo rispolverare un po’ di anatomia delle mani. Consideriamo che i tendini che dal palmo arrivano alle dita devono permetterne il movimento, è il loro compito. A far sì che le corde tendinee rimangano perfettamente aderenti alla struttura ossea che sottendono e scorrano senza “intoppi”, ci sono dei piccoli tunnel di tessuto fibroso chiamate puleggie.

Il tendine sottoposto ad un processo infiammatorio si gonfia, pertanto non riesce più a scorrere all’interno della puleggia, che diventa troppo stretta, e si “incastra” creando, alla fine, un piccolo rigonfiamento palpabile. Per quanto riguarda i sintomi, inizialmente si avverte solo un certo dolore che si irradia dal palmo al dito, che aumenta di intensità, così come aumentano le difficoltà di movimento e la sensazione di avere il dito bloccato. Questo fastidio è particolarmente acuto al mattino, dopo il riposo.

Tra i fattori predisponenti del morbo di Nitta ci sono, come anticipato, malattie infiammatorie a carico delle articolazioni, ma anche il compiere sempre azioni ripetitive che interessino le dita, diabete, e naturalmente l’età. Per quanto riguarda le terapie, esse variano a seconda delle cause scatenanti del morbo, ma in linea generale l’infiammazione del tendine si cura con il riposo e con eventuale infiltrazione di cortisonici dirottamente nell’area infiammata.

Nei casi più seri, quando il dito sia completamente bloccato, si procede ad un intervento chirurgico per liberare il tendine effettuando un taglio della puleggia. Successivamente il paziente deve eseguire dei movimenti per recuperare la piena funzionalità, come piegare e chiudere le mani. Si guarisce nel giro di circa 3 settimane. Nei casi lievi, però può bastare il risposo a un antinfiammatorio per risolvere il disturbo.

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ultimo aggiornamento: 09-03-2014