Le donne per ottenere ciò che desiderano tendono a essere sempre più aggressive e poco femminili. In realtà questo è il risultato di una società che impone alle donne di essere sempre più simile all’uomo per affermarsi nel lavoro e nella vita. Purtroppo, in molti ambienti la femminilità intesa come vulnerabilità o sensibilità non è accettabile. È necessario non farsi toccare da nulla, non aver paura di perdere un po’ del proprio privato, non lasciar trasparire le proprie emozioni e vivere di individualismo.

Intendiamoci, non stiamo facendo un elenco di luoghi comuni: non tutti gli uomini sono così e non tutte le donne si comportano in questo modo. È però evidente che per fare carriera a certi livelli lo stereotipo del maschio impegnato è quello che vince, soprattutto in alcuni Paesi in cui a dominare – proprio per cultura – è la famiglia patriarcale.

Per fare un esempio, si utilizzano delle espressioni estremamente maschiliste: “quella donna ha gli attributi” oppure “avere le palle come un uomo”. Sono ormai frasi tipiche del linguaggio comune che però indicano che la forza, anche quando è una risorsa del gentil sesso, è sempre associata al maschio. Ecco, in questo senso la donna sta rinunciando alla sua femminilità e quando se ne ricorda non la usa con naturalezza o come parte di sé, ma come strumento per ottenere qualcosa.

Essere tenaci non vuol dire mascolinizzarsi, ricordarsi di essere prima di tutto donne e mamme non vuol dire non essere competenti, come e più di un uomo, sul lavoro. Dovremmo ricordarlo e farlo ricordare anche ai nostri colleghi. Di base, finché non impareremo a vivere la nostra femminilità come risorsa, continueremo a sentirci deboli e ad aver bisogno di “avere gli attributi come un uomo”.

Ricordiamo la famosa canzone di Roberto Vecchioni, Voglio una donna:

Prendila te quella col cervello,
che s’innamori di te
quella che fa carriera,
quella col pisello e la bandiera nera
la cantatrice calva
e la barricadera
che non c’è mai la sera…..

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ultimo aggiornamento: 18-07-2014