Rita Levi Montalcini, la grande neuro scienziata italiana scomparsa a fine 2012 all’età di 103 anni, non ha bisogno di preamboli o presentazioni. Amata, apprezzata, magari non sempre capita ma certamente sempre stimata, la figura di questa donna, che non ha mai abbandonato il suo lavoro di ricercatrice nonostante l’età avanzata, è diventata quasi mito, grazie alla profonda lucidità mentale che l’ha accompagnata fino all’ultimo.

La Montalcini, da sempre sostenitrice della dieta light, frugale come quantità ma bilanciatissima come qualità, ha anticipato di fatto gli studi recenti in materia di alimentazione. I ricercatori di mezzo mondo oggi concordano infatti che mangiare poco e bene, limitando i grassi animali, è il vero segreto per una vita lunga e sana.

Solo un paio di mesi fa uno studio condotto dall’Università della California, aveva notato come un regime alimentare corretto, che tiene fuori dal menù le proteine animali e limita i lipidi, avesse effetti diretti sul DNA umano, letteralmente bloccando l’invecchiamento cellulare.

Quattro anni fa il mondo medico si era poi avvicinato con interesse agli studi del professor Luigi Fontana, autore di una ricerca scientifica sui benefici della restrizione calorica. L’ideale di dieta anti-age è una sorta di piano puzzle, ossia senza menù giornalieri fissi, ma caratterizzato da un sapiente dosaggio delle calorie.

Il dottor Fontana è partito da una base ben precisa: lo stretto legame fra obesità, cattiva alimentazione e malattia. Non è un segreto infatti che infarti, problemi cardio-vascolari, complicanze del diabete di tipo 2 siano direttamente innescati dalla superalimentazione tipica dei tempi moderni.

In più va detto che i tanto temuti radicali liberi, responsabili dei processi di invecchiamento cellulare (e delle tanto odiate rughe), sono di fatto scorie derivanti dai processi metabolici. In poche parole da una parte l’organismo trasforma il cibo in energia e dall’altra produce “rimasuglie” che fanno invecchiare prima le cellule.

Rita Levi Montalcini

Il legame fra alimentazione eccessiva e invecchiamento precoce è quindi un campo di ricerca sempre più battuto e sempre più medici consigliano ai propri pazienti una dieta sana, bilanciata, che garantisca i giusti nutrienti ma che non ecceda in grassi, zuccheri semplici e calorie.

Per tornare a Rita Levi Montalcini, la scienziata ha da sempre seguito un menù povero, assecondando in maturità le minori esigenze di cibo del corpo. Mangiava solo a pranzo in modo leggero ma sano e al massimo si concedeva a cena un brodo e un agrume. Questi pasti a suo dire l’aiutavano a mantenere il corpo in forma e la mente lucida come in gioventù.

Rita Levi Montalcini

Nonostante l’età, che le aveva ammorbidito udito e vista, la Montalcini non ha infatti mai smesso la sua attività di ricerca scientifica. Aiutata da due fidati collaboratori ha sempre occupato la sua giornata con fitte ore di studio, con lo stesso interesse per la scienza di quando aveva vent’anni.

La Montalcini aveva forse un po’ estremizzato il concetto di dieta light, ma senza dubbio aveva compreso e interiorizzato già da tempo il motto arguto del filosofo Feuerbach che recita “noi siamo quello che mangiamo”. E a giudicare dal caso Montalcini, siamo potenzialmente anche in grado di allungarci la vita con quello che non mangiamo.

È bene farci un pensierino.

Rita Levi Montalcini

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ultimo aggiornamento: 21-10-2014