
Nella settimana del Fuorisalone se passate dalla Triennale di Milano, mettete in conto di tornare almeno una volta; sono talmente tante le mostre e le cose da vedere che per gustarsele appieno è necessaria una quantità di tempo industrale. Non ultimo, uno dei piaceri più sottili è quello di sostare nell’atrio per approfittare della connessione wifi gratuita e osservare la variegata natura umana che passa di qui.
Tra le mostre, segnalo oggi quella dedicata a Massimo Iosa Ghini, architetto e designer di fama internazionale; un itinerario espositivo che attraversa i suoi 30 anni di carriera, partendo dagli anni ’80 fino ad oggi. Stupende le sedute, un vero e proprio polo di attrazione nonostante i grandi pannelli colorati post-futuristi, i bozzetti incorniciati e le video-installazioni.
Forse perchè fa effetto riscoprire tanta grazia in un oggetto dall’uso così comune, la democrazia della fruibilità, immediatamente comprensibile a tutti. Ecco le mie superstar: la poltroncina Otello (nella foto in alto) e la sedia in legno chiaro Robin del 1989. Il resto è un altro pezzo di storia del design italico, faretti in alluminio riflettente e sgabelli in pelle rosso Ferrari compresi nel viaggio.