Molti come ogni anno, i designer dal mondo presenti al Fuorisalone 2013; ma un gruppo particolarmente numeroso è senza dubbio quello degli olandesi. Siamo andati a vedere che tendenze soffiano dai Paesi Bassi e la prima cosa che abbiamo notato è stata una forte vena di entusiasmo; il designer olandese di norma ti viene incontro, ti vuole raccontare il perchè e il percome. E come ho avuto modo di notare, è preparatissmo.
Nella prima gallery vedete i lavori del gruppo Eindhoven Avant-Garde, un collettivo fluido di creativi che a Milano è presente con tre rappresentanti, ma che prevede una fitta collaborazione con elementi esterni. I lavori in mostra sotto il titolo We are welcome sono un ibrido tra il complemento d’arredo e la scultura vera e propria, sempre di più ci si chiede ormai qual è la differenza; una cosa però è certa, il designer in Olanda è soprattutto crafter, e si costruisce da sè i suoi prototipi senza troppe manfrine.
Cosa di cui ho avuto conferma nel padiglione della Royal Academy of art The Hague, di cui almeno la metà dello spazio era riservato alle performance degli studenti/artigiani che con l’iniziativa Live factory make my day, tessevano, alambiccavano, costruivano e assemblavano (seconda gallery).
Quella della tessitura è una delle tradizioni più radicate nella storia della creatività olandese, e una delle esposizioni più belle è quella della designer Nikkie Wester che, dopo una serie di profonde ricerche, ha riprodotto i costumi del folklore nelle loro fogge tipiche, ma in bagni di colore dal gusto contemporaneo, con tonalità scure e neutre accostate a flash di fluo.
