
Qualche tempo fa vi avevamo parlato di due crew tutte al femminile, Noon El Neswa e Mona Lisa Brigades. Oggi si sta facendo strada anche il gruppo Women on Walls, nato lo scorso dicembre da Angie Balata e dalla giornalista svedese Mia Grondahl, che oggi conta sessanta artisti, tra cui una decina di donne.
L’idea che ha portato alla formazione di WOW è l’esigenza di utilizzare lo spazio pubblico, di lasciarvi un segno per denunciare la violenza contro le donne – più dell’80% delle donne egiziane è stata molestata sessualmente in strada, secondo il Centro egiziano per i Diritti della Donna, e rivendicare un processo di emancipazione femminile in corso.
Ma cosa fa in pratica Women on Walls? Coordina le iniziative degli artisti in quattro città in tutto l’Egitto (Luxor, Mansoura, Cairo e Alessandria) ed ha istituito una giornata dedicata all’arte in cui si sono avvicendate performance musicali e poetiche, come quella di The Matrix Collective, un gruppo di attivisti dediti alla poesia spoken-word e al rap, di cui fanno parte Aly Talibab e Abdullah Miniawy.
Il progetto è diviso in due fasi. Gli artisti prima si recano ad Anafora, un ritiro copto fuori dal Cairo, per affrontare una serie di workshop in cui si parla di questioni di genere, guidati dal regista teatrale Sondos Shabayek. Nella seconda fase poi gli artisti potranno visitare ognuna delle quattro città e progettare interpretazioni significative dello spazio urbano, per fornire strumenti di empowerment, di potenziamento, per tutte le donne.
I risultati a livello visivo tengono insieme alcune icone culturali dell’Egitto, come Nefertiti – la sacerdotessa di Akhenaton, la cantante Oum Kalsoum e la stessa graffiti artist Nawal el Saadawi.