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Pronunciare l’abituale copia di parole Jour et Nuit a due passi dalla Tour Eiffel significa riferirsi a qualcosa di ben più significativo del semplice, immutabile e quotidiano alternarsi del giorno e della notte. Perché proprio qui, nel XV° arrondissement di Parigi, e localizzato precisamente al civico 61 della Rue Saint Charles, palpitava, oramai da qualche anno, l’omonimo collettivo artistico, installatosi abusivamente nei 1750 m2 di un locale della compagnia energetica francese EDF, fino alla chiusura, avvenuta proprio oggi.
Gli occupanti dello squat hanno infatti dovuto lasciare il passo ad una serie di alloggi sociali, che saranno costruiti negli spazi, mentre il comune ha proposto una relocalizzazione nel IX° arrondissement dei quindici membri del collettivo rimasti. Un’alternativa di taglia ben più “modesta” (soli 400 m2), in un immobile al numero 9 di place Saint-Michel. Sistemazione che costringerebbe ad un completo ripensamento delle attività del collettivo e che ha già creato due opposte fazioni a suo interno.
Quel che è certo è che c’è una punta di amarezza in questa chiusura, che sarà forse temperata da una politica culturale solida, come quella francese, abituata a sostenere, seppur in maniera spesso controversa, l’arte che si sviluppa sul suo territorio.
Sur le mur, ironique, un tag dit "art is not about money" #squat #jouretnuit http://t.co/DMtZOQWo4e
— Antonin Sabot (@antonin) October 1, 2013
Sperando che il tutto avvenga senza soluzione di cotinuità, rispettando quella filosofia della quale si può leggere nella traduzione della presentazione di intenti sul blog.
Il collettivo “Jour et Nuit Culture” è nato da un assembramento multiculturale di individui dai percorsi diversi che, nel contesto attuale, hanno deciso di basare il proprio progetto sulla volontà di aiutarsi nella creazione di nuovi linguaggi espressivi. Da questa emulazione artistica è emersa una cultura spontanea.
Foto by @antonin.
Via | lemonde.fr/culture